Bartok: Opere Orchestrali

Questo cofanetto doppio offerto al prezzo di un solo CD raccoglie alcune delle opere più rappresentative di Béla Bartók nella ispirata interpretazione di Neeme Järvi, fissate su disco dal grande direttore di origine estone nel corso del suo lunghissimo sodalizio con la Chandos. Il Concerto per orchestra continua ancora oggi a essere considerato una delle opere orchestrali più famose di Bartók, una celebrità che ha avuto origine dalla sua trionfale prima esecuzione avvenuta nel 1944, un anno prima della scomparsa del grande compositore ungherese. Il titolo di quest’opera si riferisce al fatto che ogni sezione strumentale viene trattata secondo criteri solistici con una scrittura dai tratti spesso virtuosistici. Secondo quanto affermato dallo stesso Bartók, «in linea generale, lo spirito di quest’opera – fatta eccezione per il brillante secondo movimento – una graduale transizione dall’austerità del primo movimento e dai toni lugubri dell’inno funebre del terzo tempo alla convinta esaltazione della vita del Finale». Il programma propone poi la versione integrale del balletto Il Mandarino meraviglioso. Ambientato in uno squallido quartiere urbano, questo balletto narra la storia di una prostituta, dei tre delinquenti che la sfruttano e dell’incontro con il misterioso mandarino che dà il titolo all’opera. Per questo balletto Bartók scrisse una musica straordinariamente vivida, comprendente alcuni dei passaggi più intensi e ricchi di colore che compose nell’arco di tutta la sua carriera. Il balletto giovanile Il principe di legno non poteva essere molto diverso – almeno sulla carta – dal Mandarino meraviglioso. Privo di ogni ardito spunto modernista, questo lavoro rivela infatti parecchi influssi degli stili di Debussy, Strauss e Wagner. Questo balletto è pervaso da una carattere gaio ed estroverso, che mette in secondo piano alcuni spunti bizzarri e surreali. Le Immagini ungheresi sono la magistrale e fantasiosa orchestrazione di cinque brani per pianoforte composti in precedenza. Caratterizzate da una personalità ben distinta, queste opere danno l’impressione di essere veri arrangiamenti di canti popolari, anche se questo è vero solo nel caso degli ultimi cinque.