KROMMER: Sinfonie NN. 1 - 2 - 3

Sebbene ai suoi tempi fosse considerato un compositore di grande talento, subito dopo la sua scomparsa il ricordo e la produzione di Franz Krommer caddero nell’oblio e vennero completamente dimenticati con una rapidità che non trova confronti in nessuno degli autori suoi contemporanei. Questa sorta di damnatio memoriae durò fino al 1997, anno in cui il musicologo ceco Karel Padrta realizzò un catalogo completo delle sue opere, comprensivo di un’utile introduzione biografica. Per quasi tre secoli Krommer fu oscurato dalle ombre ingombranti di Haydn, Mozart e Beethoven e solo nel corso degli ultimi anni la sua produzione ha iniziato ad attirare l’attenzione che si merita. Nel corso della sua carriera, Krommer si dedicò quasi esclusivamente al repertorio strumentale. Nella sua Sinfonia n. 1 Krommer seppe sintetizzare in maniera efficace e molto originale alcuni elementi stilistici di Haydn e di Mozart, mentre nella Sinfonia n. 2 prese le distanze in maniera evidente da questi modelli, sviluppando uno stile sinfonico del tutto personale. L’introduzione lenta del primo movimento, che si apre con un lugubre e forte accordo in re minore, presenta un tono del tutto diverso rispetto alle opere giovanili, rivelando un carattere sonoro quanto mai originale, che trova un’adeguata continuazione nel successivo Allegro vivace del movimento principale, un brano molto complesso caratterizzato da forti contrasti dinamici e da una costante oscillazione tra tonalità maggiore e minore. Al confronto di questo lavoro, la Sinfonia n. 3 di Krommer appare piuttosto convenzionale, un fatto che secondo molti musicologi potrebbe trovare spiegazione nel fatto che quest’opera sia basata su un lavoro precedente, che sarebbe stato sottoposto a una semplice rielaborazione in vista della pubblicazione.