ELGAR: Enigma Variations - Cockaigne Overt

Nel periodo in cui venne registrato questo disco la BBC stava girando un documentario incentrato sulla vita di Elgar che venne trasmesso in occasione della centesima puntata del programma culturale Monitor. Prodotto da Humphrey Burton e dal compianto Ken Russell, questo documentario fu mandato in onda l’11 novembre del 1962, divenne nel giro di pochissimo tempo uno dei più famosi programmi del genere trasmessi alla TV e diede un contributo determinante a dare inizio alla riscoperta del grande compositore inglese scomparso 28 anni prima. Per la copertina del disco si decise di utilizzare un fotogramma tratto dal documentario. Secondo la pubblicità di questo disco pubblicata sul numero di novembre 1962 di Gramophone, Sir John Barbirolli era «un amico personale del compositore», un fatto che risponde a verità, in quanto il direttore di origine italiana era stato uno dei violoncellisti dell’orchestra che nel 1919 eseguì per la prima volta il Concerto per violoncello e orchestra e in seguito strinse con il compositore un’amicizia molto stretta, ottenendone i sinceri complimenti per la sua direzione dell’Introduzione e Allegro per archi e della Seconda Sinfonia, primi passi che lo portarono a diventare uno dei più autorevoli interpreti delle sue opere. Questo disco è stato registrato il 9 maggio e il 27 agosto del 1962 presso la Kingsway Hall di Londra dal leggendario producer Victor Olof e dall’ingegnere del suono Harold Davidson e oggi viene riproposto dalla HI·Q Supercuts su vinile da 180 grammi in un’edizione di livello audiophile stampata con la pressa originale EMI presso la Vinyl Factory di Hayes, in Inghilterra. «Si tratta di un’interpretazione assolutamente straordinaria, ripresa dal team dei tecnici del suono con la massima precisione possibile. Personalmente, devo ammettere di non avere mai ascoltato i dettagli orchestrali di queste opere in una maniera così perfetta, un fatto peraltro che appare quasi ovvio se si pensa alla straordinaria attenzione che Barbirolli presta anche alle più piccole nuances e alla grandissima competenza dei tecnici del suono della HMV (EMI). Il registro grave appare molto consistente e nessuno spunto di qualche rilevanza dei violoncelli e dei contrabbassi va perduto. Anche il bilanciamento complessivo è apprezzabile senza riserve» Il critico di Gramophone dimostrò di apprezzare molto anche la qualità dell’interpretazione: «In entrambe le opere bisogna sottolineare l’alto livello della direzione di Barbirolli e l’eccellente prestazione della Philharmonia Orchestra. Come era lecito attendersi da un direttore del calibro di Sir John, l’interpretazione va diritta al cuore, pur venendo sempre guidata dal cervello […] Anche chi possiede già un’edizione di queste opere non deve assolutamente farsi sfuggire questo straordinario disco».