CLARENCE CARTER: Patches

Il primo album di grande successo di Clarence Carter continua a essere un vero e proprio must per gli appassionati, che apprezzano la disinvoltura con cui ha saputo reggere il trascorrere di oltre quattro decenni. In particolare, lo stile vocale di Carter possiede la stessa immediatezza e il medesimo impatto emotivo che aveva nel 1970 e presenta l’ulteriore vantaggio di possedere una grande varietà di stili e di contenuti. Il brano più conosciuto è senza dubbio quello che dà il titolo all’album, anche se qualche mese dopo l’uscita dell’album il brano “It’s All in Your Mind” conobbe un successo tanto grande quanto imprevedibile, con “I Can’t Leave Your Love Alone” e “Your Love Lifted Me” che ne seguirono ben presto le orme, raggiungendo i vertici delle classifiche pop. Carter esegue anche con un coinvolgente stile gospel l’allora appena uscito capolavoro dei Beatles “Let It Be”, riportando questo memorabile brano alle origini da cui Paul McCartney aveva tratto ispirazione. Carter passa poi a un approccio dai toni decisamente pop in “Till I Can’t Take It Anymore”, nel quale sembra quasi avvicinarsi allo stile di Elvis Presley, mentre in “It’s All in Your Mind” pare evocare il fantasma di Sam Cooke. Nel suo “C.C. Blues” emerge la personalità più autenticamente blues di Carter, con il timbro ruvido della sua chitarra che si staglia meravigliosamente sulle sonorità della tromba e del pianoforte di Clayton Ivey, e nell’ultimo brano in programma torna prepotentemente al soul, con una fantastica interpretazione di “Getting the Bills (But No Merchandise)”.