BEETHOVEN: Sonate per piano - Vol.1

Parallelamente alla sua serie delle sonate di Haydn, il pianista francese Jean-Efflam Bavouzet presenta questo mese il primo volume di una nuovissima integrale delle sonate di Beethoven, che proporrà i 32 capolavori del Titano di Bonn in ordine cronologico. Il primo cofanetto triplo comprende i lavori composti nell’ultimo decennio del XVIII secolo e verrà seguito da altri due volumi – dedicati rispettivamente alle sonate del periodo centrale e a quelle dell’ultima fase creativa – che la Chandos pubblicherà nel 2013 e nel 2014. In un’intervista apparsa di recente sulla rivista International Piano, parlando con il pianista francese dei suoi progetti futuri Michael Church ha scritto: «Per Bavouzet il piacere più grande di intraprendere un’integrale delle sonate di Beethoven nello stesso periodo in cui sta portando avanti il ciclo haydniano consiste nel fatto che, a fronte di un linguaggio armonico che presenta numerose analogie, nelle opere di Beethoven le dinamiche sono sempre indicate chiaramente, soprattutto nei punti in cui sembrano del tutto indipendenti da quelle che potrebbero essere definite tensioni armoniche naturali». A questo proposito, Bavouzet aggiunge: «Gli accenti cadono regolarmente in quelli che a prima vista potrebbero sembrare i punti sbagliati, un fatto che contribuisce ad aumentare la già grande eccitazione che pervade queste opere. Sono davvero felice che nei prossimi anni la mia attività discografica proceda lungo questi due binari». Il programma di questo cofanetto triplo comprende le sonate dall’op. 2 all’op. 14, con una succosa novità, rappresentata da due versioni diverse della Sonata in do minore op. 10 n. 1. A proposito di questa vera e propria chicca, Bavouzet ha dichiarato: «Il professor William Drabkin ha ricostruito su mia richiesta lo sviluppo del terzo movimento basandosi sugli schizzi lasciatici da Beethoven. Questo importante manoscritto presenta a tratti solo un pentagramma, solo una voce (che in non pochi casi non è quella più acuta), ma il fatto che ci siano tutte le battute permette di stabilire senza possibilità di errore l’esatta lunghezza del movimento. Questo lavoro certosino ci ha permesso di arrivare al concetto delle sue sonate in tre movimenti, perché si è sempre ritenuto che quest’opera fosse stata concepita non in tre ma in quattro movimenti […] Ho registrato anche la sezione dello sviluppo più lunga e il tempo aggiuntivo, in modo che gli appassionati possano rendersi conto di come Beethoven abbia concentrato e ridotto questa sonata da quattro a tre movimenti. Ci tengo a sottolineare che si tratta di una semplice congettura, che però poggia su fondamenta molto credibili».