Rachmaninov: Concerti Per Piano

Per Stephen Hough i quattro concerti per pianoforte e orchestra di Sergei Rachmaninov rappresentano un sogno di lunga data, proposto alla Hyperion fin dal 1986, anno in cui ebbe inizio il sodalizio tra letichetta inglese e Hough. Uno dei problemi maggiori consisteva nel trovare unorchestra e un direttore in grado di rendere giustizia a un progetto che si preannunciava di altissimo livello. Alla fine il binomio formato da Andrew Litton e dalla Dallas Symphony Orchestra si è rivelato vincente: infatti il direttore adora la musica di Rachmaninov (avendo già al suo attivo una splendida incisione delle sinfonie) e riesce a capire le opere da pianista mentre lorchestra, con il suo suggestivo impasto di archi, che richiama sonorità daltri tempi, si adatta perfettamente al mondo espressivo del compositore russo. Se a questo si aggiungono il carisma, la brillantezza virtuosistica e lacceso temperamento di Hough abbiamo tutti gli ingredienti per ottenere un disco in grado di raggiungere il livello artistico prefissato e anche qualcosa in più. Fatta eccezione per la Rapsodia su un tema di Paganini, incisa dopo un concerto, si tratta essenzialmente di registrazioni live. Infatti Hough e Litton hanno eseguito questo programma in concerto ben undici volte in appena diciotto giorni. In questo modo sono state realizzate incisioni pressoché ideali, prive di rumori esterni e con pochissime imperfezioni musicali che riescono a cogliere in pieno il clima emozionale di quella che secondo tutti i presenti è stata una serie di concerti di livello eccezionale. La consapevole decisione di Hough di adottare lo stile esecutivo brillante e virtuosistico propugnato dallo stesso compositore, evitando lapproccio sentimentale e hollywoodiano oggi prevalente, insieme a un livello artistico ai massimi livelli hanno dato vita al ciclo rachmaninoviano del nuovo millennio!