VERDI: Inno delle Nazioni - 4 Pezzi sacri

Esecutore: Orchestra e Coro Teatro Regio, Noseda

Autore: Verdi

Numero dischi: 1

Barcode: 0095115165928

Chandos
CD
2011
CHAN10659
2011-03-01
17,56 €
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La Chandos è orgogliosa di presentare un disco di opere verdiane relativamente poco note eseguite da alcuni dei più grandi interpreti italiani, il soprano Barbara Frittoli, il tenore Francesco Meli e il Coro e l’Orchestra del Teatro Regio di Torino diretti da Gianandrea Noseda, artista esclusivo dell’etichetta inglese. Il programma si apre con «La vergine degli angeli», il coro che chiude il terzo atto della Forza del destino, opera messa in scena per la prima volta nel 1862 al Teatro Bolshoi di San Pietroburgo. In questa scena Leonora – creduta da tutti un uomo e mandata nel Monastero di Hornachuelos per vivere in una grotta da eremita il resto della sua vita – viene accolta dagli altri monaci con uno dei cori più belli mai scritti da Verdi, che viene contrappuntato dal sublime canto della protagonista. Poco dopo aver portato a termine La forza del destino, a Verdi venne chiesto di scrivere un lavoro che rappresentasse la neonata Italia unita all’Esposizione Internazionale di Londra. Verdi accettò e compose l’Inno delle nazioni, su testo di Arrigo Boito, che per il Cigno di Busseto avrebbe scritto oltre vent’anni dopo i libretti dell’Otello e del Falstaff. Alla fine si decise di non includere questo lavoro nelle celebrazioni ufficiali, ma la sua prima esecuzione tenutasi a Londra alla fine del 1862 fu accolta con un successo trionfale. L’Inno delle nazioni si apre con un’introduzione orchestrale, seguita da un poderoso intervento corale e da un appassionato recitativo del tenore, che subito dopo canta una vibrante melodia accompagnato dal coro. Ripensando alle tappe storiche che avevano portato alla sospirata unità d’Italia, Verdi citò in quest’opera gli inni nazionali della Francia, dell’Inghilterra e dell’Italia, riunendoli alla fine in una conclusione fugata di pirotecnico virtuosismo. Per celebrare degnamente la scomparsa di Gioachino Rossini, nel 1868 a Verdi venne commissionata una messa da scrivere in collaborazione con alcuni dei più grandi compositori italiani di quegli anni. Secondo i progetti, le messa avrebbe dovuto essere eseguita in occasione del primo anniversario della scomparsa del grande compositore pesarese ma, di fronte all’incapacità delle autorità bolognesi di organizzare l’evento in tempo, il progetto venne abbandonato. Nonostante questo, Verdi onorò il suo impegno e portò a termine quello che sarebbe stato l’ultimo tempo della messa, il Libera me presentato in questo disco, che in seguito avrebbe rielaborato per la Messadi requiem. Il programma di questo disco è completato dai Quattro Pezzi sacri (Ave Maria, Laudi alla Vergine Maria, Stabat Mater e Te Deum). Gli ultimi due sono maestosi affreschi per coro e orchestra basati su testi ben noti. In particolare, il primo brano – intonato nel corso dei secoli di un gran numero di compositori – tratteggia l’immagine dolente di Maria ai piedi della croce, mentre il secondo, scritto per doppio coro, si basa su un testo usato spesso (anche se non in questo caso) per celebrare eventi trionfali come vittorie militari e incoronazioni. Ben presto si prese l’abitudine di eseguire queste opere come un ciclo unitario, con un coro a cappella che esegue i commoventi Ave Maria e Laudi alla Vergine Maria, composte in origine per voci soliste.

Tracklist

Giuseppe Verdi (1813-1901)
Inno delle nazioni
Libera me, Domine
Quattro pezzi sacri
- Ave Maria
- Stabat Mater
- Laudi alla Vergine Maria
- Te Deum
La vergine degli angeli (La forza del destino)

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