

Esecutore: Coro e Orchestra Teatro Regio TO, Noseda
Autore: Petrassi
Numero dischi: 1
Barcode: 0095115184028
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Questo nuovo disco dedicato alla produzione sinfonico-corale di Goffredo Petrassi va ad arricchire la splendida serie Musica Italiana della Chandos, portata avanti da Gianandrea Noseda con la partecipazione del Coro e dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Nel 2013 l’etichetta inglese ha pubblicato un altro disco dedicato a Petrassi, comprendente il Salmo IX e il Magnificat, salutato con unanime entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il mondo. In particolare, il critico di Gramophone scrisse: «L’interpretazione delle forze del Teatro Regio di Torino dirette da Gianandrea Noseda è stata intensa e molto coinvolgente […] L’eccellente qualità sonora contribuisce a rendere questo disco molto raccomandabile e mi auguro caldamente che la Chandos e Noseda presentino il più presto possibile altre opere corali di Petrassi, magari il Coro di morti [che infatti è presente in questo disco]». Nei Quattro Inni sacri l’Orchestra del Teatro Regio di Torino è affiancata dal celebre tenore italiano Giorgio Berrugi e dal baritono russo Vasily Ladyuk, tra i solisti più apprezzati del Teatro Bolshoi e della Novaya Opera di Mosca. Come i quasi contemporanei Noche oscura e Quattro Inni sacri, entrambi scritti intorno al 1950, il superbo Coro di morti è considerato uno dei più straordinari capolavori dell’arte di Petrassi all’inizio degli anni Quaranta e una delle sue opere tuttora più ammirate ed eseguite. Secondo il cardinale Andrea Lanza quest’opera, composta ed eseguita per la prima volta in uno dei periodi più cupi della seconda guerra mondiale, rivela una spiccata «opposizione nel discorso […] tra la solitudine dell’uomo e la desolazione che lo circonda», un fatto che trova espressione nello stridente contrasto tra le serene linee del coro e il massiccio insieme degli strumenti. La Partita per orchestra è una delle prime opere composte da Petrassi, oltre che una delle più famose ed eseguite ancora oggi, grazie alla sua esplosiva brillantezza che rivela il precocissimo talento orchestrale dell’allora giovanissimo compositore italiano.