SOPHIE YATES: Il cembalo Transalpino

Tutti i brani presentati in questo disco provengono dal Fitzwilliam Museum di Cambridge e la maggior parte di essi è stata raccolta da suo fondatore Richard, settimo visconte Fitzwilliam of Merrion (1745-1816). Accanito appassionato di musica, studioso di tutto lo scibile universale, compositore e clavicembalista dilettante attivo in ambito musicale dal 1760 circa fino alla sua morte, Fitzwilliam lasciò dietro di sé un’eredità musicale di eccezionale importanza per la cultura del suo paese. Per la registrazione di questo disco è stato utilizzato un clavicembalo custodito nella Fitzwilliam Collection, costruito dal cembalaro di Cortona Giovanni Battista Boni. Sotto molti aspetti, si tratta di uno degli strumenti più utilizzati in Inghilterra nella seconda metà del XVIII secolo, con una tavola armonica in cipresso e una struttura in cipresso più leggero, che però presenta la particolarità di avere tre serie di corde simili (otto piedi). Nel corso dell’ultimo restauro – effettuato nel 1975 da Trevor Beckerleg – il terzo registro, che non funzionava più, è stato ripristinato, un fatto che offre all’esecutore molte più risorse espressive rispetto ai normali clavicembali italiani, in quanto le file di salterelli pizzicano sì le stesse corde, ma in punti diversi, dando in questo modo un timbro diverso, e le diverse combinazioni dei tre registri consentono al cembalista di scegliere tra cinque suoni diversi. 

Sophie Yates su Chandos:

AA.VV.

the pleasures of the imagination

Sophie Yates, clavicembalo

CHAN0814 (CD alto prezzo)

«Un’eccellente panoramica di un secolo di musica per clavicembalo inglese, eseguita in maniera assolutamente superba» CINQUE STELLE (BBC Music Magazine) «Come sempre, Sophie Yates suona con grande precisione e un palpabile senso di gioia e di energia» (Gramophone).

JOHANN SEBASTIAN BACH

trascrizioni di concerti di vivaldi

Sophie Yates, clavicembalo

CHAN0796 (CD alto prezzo)

«Un disco caldamente raccomandato» (Fanfare) QUATTRO STELLE (BBC Music Magazine) «Un disco apprezzabile dalla prima all’ultima nota» (International Record Review).