HERZOGENBERG: Totenfeier - Requiem

Heinrich von Herzogenberg è l’unico compositore che la storia della musica ricordi ad aver affrontato i temi della morte e della scomparsa delle persone care in tre opere basate su testi profondamente diversi tra loro, vale a dire la classica messa dei defunti della liturgia cattolica (Requiem), un lavoro che potrebbe essere definito una cantata luterana nella quale coesistono alcuni brani tratti dalle Sacre Scritture e alcune strofe di un inno, e un brano di cui scrisse sia la musica sia i versi. Herzogenberg – compositore a cui la CPO ha dedicato una vasta edizione discografica comprendente quasi tutte le sue opere – fu costretto in diverse occasioni a fare i conti con il lancinante dolore causato dalla perdita di una persona cara. Herzogenberg scrisse il suo Requiem nel 1890 senza un motivo particolare, ma le altre due opere costituiscono la risposta emotiva di un grande compositore a due terribili disgrazie che lo avevano colpito duramente. Nel 1894 era infatti morto improvvisamente d’infarto all’età di 52 anni Philipp Spitta, uno dei suoi amici più stretti, alla cui memoria dedicò l’ode funebre Begräbnisgesang, che venne eseguita per la prima volta l’anno seguente in occasione dell’inaugurazione di una lapide che ne ricordava le qualità umane e la luminosa carriera. Due anni prima Herzogenberg era passato attraverso una tragedia personale ancora più devastante, quando la sua adorata moglie Elisabeth era stata stroncata all’età di soli 44 anni da una malattia cardiaca incurabile. Distrutto da questa prova terribile, Herzogenberg si immerse nel lavoro per perpetuare il ricordo di sua moglie con la musica, dal quale emerse la grandiosa Kirchenkantate auf das Todtenfest (Cantata sacra per la Commemorazione dei Defunti). Herzogenberg scrisse anche il testo, attingendo da passi della Bibbia e da versi di altre poesie. Con la sua struttura estremamente originale, quest’opera divenne una degna controparte dell’Ein deutsches Requiem di Brahms. Dopo la prima esecuzione di questo intensissimo lavoro, Max Bruch scrisse: «Herzogenberg ha avuto il coraggio di esprimere esattamente cosa sentiva nel suo cuore e l’effetto non ha mancato di manifestarsi di fronte al pubblico».