Klemperer Dirige Mozart & Schumann

Esecutore: New Philharmonia Orchestra, Klemperer

Autore: N/A

Numero dischi: 1

Barcode: 0749677148225

Testament
CD
2014
TES1482
2014-07-01
18,59 €
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Sebbene stesse ormai avvicinandosi al suo ottantesimo compleanno e la sua salute avesse iniziato a declinare, il 1967 e il 1968 videro Otto Klemperer portare avanti un’attività molto intensa in ambito sia discografico sia concertistico. Il grande direttore d’orchestra che aveva dimostrato di trovarsi così a suo agio con l’atmosfera radicale che pervase Berlino tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta seppe miracolosamente recuperare le energie giovanili nella Londra degli anni Sessanta per proseguire la sua parabola artistica con nuovi amici e colleghi. Con Pierre Boulez assistette e prese in esame una serie di concerti di musica contemporanea, con Daniel Barenboim studiò la Settima Sinfonia di Mahler, discusse con bonaria vivacità delle sue stesse composizioni e accettò di registrare con lui i cinque concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven e il Concerto n. 25 di Mozart. Inoltre, Klemperer realizzò anche una registrazione di prova del Don Quixote di Richard Strauss con la grande Jacqueline du Pré. Nel corso di una sua visita a Bayreuth Klemperer incontrò Anja Silja e rimase molto impressionato dalla sua spiccata personalità e dalla assoluta assenza di sdolcinatezze fuori luogo nella sua interpretazione di Elisabeth nel Tannhäuser. Nel frattempo, l’interesse di Klemperer per il repertorio contemporaneo rimase molto vivo e si concretizzò in numerosi concerti e dischi. Per quanto riguarda il canone mahleriano, Klemperer aggiunse in questi anni la Settima e la Nona Sinfonia. A Londra Klemperer diresse e registrò anche alcune opere e le ultime sinfonie di Mozart, capolavori che avevano sempre rivestito una grande importanza per il grande direttore tedesco. Le recensioni pubblicate sui principali giornali londinesi nell’ottobre del 1968 parlarono di questa interpretazione della Seconda Sinfonia di Schumann come se si trattasse della riscoperta di un’opera dimenticata da molto tempo. In un primo tempo Peter Stadlen si dimostrò piuttosto perplesso: «Confesso di aver trovato non poco sorprendente il fatto che la mente rigorosamente analitica di Otto Klemperer sia riuscita a entrare felicemente in simbiosi con il repertorio romantico». Mosco Carner del Times sottolineò il grave stato di salute mentale di cui il compositore godeva all’epoca in cui scrisse questa sinfonia: forse che «i giorni cupi» che stava attraversando (eufemismo dello stesso Schumann) gli impedivano di scrivere musica di livello assoluto? «A causa delle innegabili difficoltà di pensare in termini strettamente sinfonici e della spesso farraginosa capacità di gestire un’orchestra, questa sinfonia merita probabilmente di essere finita nel dimenticatoio». Per fortuna, alla fine il cuore di Carner prevalse sul suo cervello. «Il genio deve rivelarsi. Nonostante tutte le pecche e le manchevolezze, i quattro movimenti di questa sinfonia presentano tutti momenti di straordinaria bellezza e l’Adagio è una vera gemma tipica dello stile di Schumann, con la sua vena introspettiva e la sua Versponnenheit (ariosità) che conferma il fatto misterioso che la maggior parte dei suoi movimenti lenti possono contare su un’orchestrazione molto fantasiosa».

Tracklist

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia n. 38 in re maggiore K.504 Praga
Jean-Philippe Rameau (1683-1764)
Gavotta con sei variazioni
Robert Schumann (1810-1856)
Sinfonia n. 2 in d9o maggiore op. 61

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