GERSHWIN: American dream

Esecutore: Viv McLean, piano

Autore: Gershwin

Numero dischi: 1

Barcode: 5060399880169

Icsmrecords
CD
2020
ICSM011
2020-08-01
17,00 €
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Per questo disco interamente dedicato alla produzione pianistica di George Gershwin, la pianista inglese Viv McLean ha elaborato un programma molto affascinante, che comprende una splendida silloge sia di brani originali sia di brillanti trascrizioni di Percy Grainger, Maurice Whitney e Henry Levine. Da questa scelta è scaturito un disco di stupefacente bellezza, che termina con un bonus di tre brani che vedono la McLean accompagnata dalla Royal Philharmonic Orchestra. Con la loro musica, i compositori più ispirati riescono non solo a esprimere la loro anima, ma anche a cogliere lo spirito delle tradizioni in cui vivono, del popolo a cui appartengono e del loro tempo. A questa ristretta élite di musicisti fa parte di diritto anche George Gershwin. Come diceva lui stesso, «la musica deve riecheggiare i pensieri e le aspirazioni» della sua epoca. «Il mio popolo è quello americano – affermò Gershwin – e il mio tempo è il presente». George Gershwin – uno di quegli ebrei che Mason riteneva così insidiosi – iniziò la sua carriera suonando al pianoforte i motivi della canzoni più popolari per Tin Pan Alley (termine con cui veniva definita l’industria della musica popolare di New York) e verso la fine della sua breve carriera giocava spesso a tennis con Arnold Schönberg ed era diventato uno stimato compositore di lavori strumentali e di opere liriche. Tra tutti i compositori attivi durante l’era del Modernismo, Gershwin fu con ogni probabilità quello che seppe assimilare e fondere meglio stili diversissimi tra loro: infatti, se Stravinsky faceva ricorso a un gran numero di stili – dalla musica popolare russa al ragtime e dal Barocco alla scrittura dodecafonica – tenendoli tutti brillantemente a portata di mano, Gershwin riuscì a sintetizzarli con una tale immediatezza, che nelle sue opere orchestrali è molto difficile stabilire dopo finisca il mondo di Maurice Ravel e inizi il blues. Per la verità, questa commistione è presente anche nella produzione di Ravel, come si può notare – per esempio – nella Sonata per violino e pianoforte (1923-27), che come secondo movimento comprende un brano chiaramente ispirato al blues, ma Gershwin fece sicuramente più di qualunque altro compositore della sua epoca per dimostrare quanto sia sorprendentemente labile il confine che separa la musica popolare da quella “colta”.

Viv McLean, pianoforte

Royal Philharmonic Orchestra, Simon Lee, direttore

George Gershwin (1898-1937)

Rhapsody in Blue

Someone to Watch Over Me (arrangiamento di Maurice Whitney)

The Man I Love (arrangiamento di Percy Grainger)

I Got Rhythm

Preludio n. 1

Preludio n. 2

Preludio n. 3

Summertime

Who Cares

My One And Only

I’ll Build A Stairway To Paradise

Embraceable You (arrangiamento di Henry Levine)

Somebody Loves Me

That Certain Feeling

Sweet and Lowdown

’S Wonderful

An American in Paris (arrangiamento di Maurice Whitney)

Do Do Do/Lady Be Good

Fascinatin’ Rhythm

I Got Rhythm

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