BARGIEL: Integ.dei quartetti per archi

Woldemar Bargiel: un compositore sottovalutato per troppo tempo

Woldemar Bargiel era il fratellastro di Clara Wieck e il genero di Robert Schumann. Già nel XIX secolo i manuali di storia della musica non mancavano mai di sottolineare questi rapporti parentali, un fatto che ha finito per andare a tutto discapito di Bargiel, che in questo modo è stato spesso relegato nell’assai poco invidiabile rango di compositore di secondo piano. Per fortuna, nel corso degli ultimi anni la riscoperta dei suoi manoscritti e dei suoi diari, miracolosamente sopravvissuti a due guerre mondiali, ha suscitato un interesse sempre maggiore nei confronti della sua produzione. Le sue carte – che oltre ai manoscritti delle sue opere comprendono anche oltre 1500 lettere – hanno dimostrato che Bargiel era una vera autorità nel panorama musicale europeo dei suoi tempi. Nel 2010 Dean Cáceres ha pubblicato uno studio basato su criteri analitici, che ha posto le basi per quella che si è rivelata una illuminante disamina dello stile personale di Bargiel, che viene oggi confermata dall’Orpheus Quartet, che questo mese presenta il primo volume dell’integrale delle opere da camera per archi del compositore. La produzione cameristica di Bargiel è caratterizzata da una magistrale elaborazione formale. In particolare, come Beethoven, Bargiel diede più importanza allo sviluppo del materiale tematico che alle stesse melodie. Nel complesso, Bargiel può essere considerato uno dei più importanti compositori accademici della prima metà del XIX secolo, come dimostra il fatto che durante la sua esistenza molti suoi colleghi musicisti come Brahms e Draeseke espressero una profonda e sincera ammirazione per le sue opere.

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