FERDINAND DAVID: Opere x violino e piano

Un irrefrenabile virtuosismo Il celebre Concerto per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn non sarebbe mai stato scritto se non ci fosse stato Ferdinand David, violinista che seppe ammaliare il grande compositore berlinese con il suo sbrigliato virtuosismo. In questo nuovo disco della MDG Stephan Schardt e Philipp Vogler presentano una meravigliosa antologia delle fascinose opere scritte da questo geniale virtuoso. Secondo gli scritti di alcuni testimoni dell’epoca, la tecnica esecutiva di David non conosceva confini, tuttavia il grande violinista amburghese non si limitò a crogiolarsi in un vuoto autocompiacimento, ma pose sempre il suo virtuosismo al servizio di una profonda musicalità con molto buon gusto. Una personalità di alto profilo David iniziò a studiare il violino a 13 anni con Louis Spohr, ponendo le basi per una carriera di grande successo, che venne coronata dal prestigioso posto di spalla nell’orchestra del Gewandhaus di Lipsia e da trionfali tournée di concerti sia in Germania sia all’estero. David fu uno degli esponenti più carismatici della scuola violinistica tedesca, il maestro di Joseph Joachim e un autorevole membro di quella gloriosa tradizione che ha continuato a forgiare solisti di grandissimo talento fino ai giorni nostri. Uno spirito orgoglioso Lo stile esecutivo di David può essere definito uno scintillante sfoggio di virtuosismo pervaso da un’arguzia ricca di intelligenza. Dietro titoli come “duetto da salotto” e “brano da salotto” si celano brillanti pezzi caratteristici, preziose gemme musicali che offrono agli appassionati privi di una preparazione specifica un ascolto quanto mai piacevole e a quelli più consapevoli un misto di stupore e di entusiasmo. In una lettera indirizzata a Robert Schumann David scrisse: «Si deve cercare di conoscere tutto per cercare di eccellere in qualcosa». Per tutti, la deliziosa leggerezza espressiva dei Trois Impromptus en forme da Valse dimostrano che David possedeva un’ispirazione straordinariamente varia e profonda, che gli avrebbe permesso di scrivere senza problemi sonate di ampio respiro. Una assoluta precisione Per la realizzazione di questo disco Schardt e Vogler hanno potuto utilizzare le primissime edizioni dei lavori in programma consultando le carte appartenute a Joseph Joachim. In esse David aveva indicato con estrema precisione le arcate e la diteggiatura. Non si tratta di un semplice dettaglio, perché queste istruzioni influenzano in maniera molto profonda l’interpretazione di questi lavori, conferendo loro una fascinosa patina d’epoca. In particolare, in questi manoscritti troviamo portamenti che esprimono gioia e un fraseggio di insolito fascino, che ci conducono quasi per magia nell’atmosfera raffinata dei salotti ottocenteschi. Una vera meraviglia!