BEETHOVEN: Sonate per violino e piano 'Spring' & 'Kreutzer'

Può sembrare a prima vista che le sonate per violino di Beethoven rivestano un ruolo subordinato rispetto alle sue opere sinfoniche e alle sonate per piano. Mentre le prime opere di questo genere erano viste ai loro tempi con scetticismo dovuto alla ‘rara difficoltà’ della partitura del piano, le ultime sonate mostrano una maggiore e più marcata indipendenza della partitura del violino. Per questa ragione le due sonate qui incise divennero presto due dei più rappresentativi esempi del loro genere. David Oistakh, uno dei maggiori violinisti del nostro tempo non ha bisogno di presentazioni, semmai la nostra attenzione si dovrebbe concentrare sul risultato del meno ben noto pianista Lev Oborin, un patner frequente di Oistrakh nella musica da camera. Ogni più piccola sfaccettatura del dialogo degli strumenti è catturata dall’esecuzione di Oborin; egli si contiene nei passaggi dove la melodia è condotta dal violino, lui ed il suo patner si lanciano i motivi avanti e indietro tra loro, e prende fermamente le redini quando la musica lo domanda. E questo succede con la precisione di un orologio svizzero, ma mai assolutamente con una mera virtuosità meccanica.