

Esecutore: Leo van Doeselaar, organo
Autore: Back
Numero dischi: 1
Barcode: 0760623213767
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Doppietta audiophile Due celebri organisti su due grandi organi… e Johann Sebastian Bach! In questo imperdibile disco Leo van Doeselaar ed Erwin Wiersinga si accostano alle opere del grande compositore di Eisenach in un modo tanto interessante quanto originale e il fatto che i due organisti titolari della Martinikerk di Groningen abbiano a disposizione uno degli organi barocchi più importanti tra quelli usciti dal laboratorio del leggendario Arp Schnitger contribuisce a rendere questo nuovo SACD della MDG una fonte di continue sorprese. Una prospettiva inedita Il programma di questo disco propone una serie di sorprendenti trascrizioni. In alcuni casi si tratta addirittura di trascrizioni di trascrizioni, visto che Bach non si tirò mai indietro quando gli si presentò l’occasione di arrangiare opere sue o di altri compositori per gli scopi più diversi. In questo modo, il famoso preludio della Partita in mi maggiore per violino solo venne trasformato nella brillante sinfonia di una cantata sacra, il cui organico comprende anche trombe e timpani. Questa splendida opera dalle sonorità inconfondibilmente barocche non poteva che essere eseguita sul grande organo della Martinikerk, che nella poderosa pedaliera possiede un potente Principale da 32 piedi originale, l’unico giunto fino ai giorni nostri tra quelli realizzati da Arp Schnitger. Coppie Con le loro quattro mani (con l’aggiunta di due piedi), van Doeselaar e Wiersinga eseguono il monumentale coro iniziale della cantata Ein feste Burg ist unser Gott BWV 80, la cui elaborata scrittura contrappuntistica viene esaltata al massimo grado dallo splendido arrangiamento di Sybolt de Jong. La trascrizione per clavicembalo della celebre Ciaccona per violino solo realizzata da Gustav Leonhardt – che Doeselaar esegue sul piccolo organo a un solo manuale realizzato nel laboratorio dell’organaro Le Picard facendo ricorso a continui cambi di registro, in modo da garantire una ricchissima tavolozza di colori – costituisce un ulteriore esempio di questa prassi. Una vasta immagine spaziale Bach trascrisse il vivace Concerto in si minore per quattro violini di Antonio Vivaldi per un ensemble composto da quattro clavicembali, archi e basso continuo. Wiersinga esegue questa trascrizione poco nota nella versione organistica di Guy Bovet, mettendo anche in grande evidenza le straordinarie risorse tecniche ed espressive di questo strumento, le cui origini risalgono addirittura alla metà del XV secolo. Pubblicato su un SACD ibrido multicanale, questo nuovo disco saprà sicuramente conquistare anche gli audiofili più esigenti, grazie al suo fantastico palcoscenico sonoro tridimensionale, che consente di apprezzare la collocazione spaziale dei due strumenti come se ci si trovasse realmente all’interno di una grande cattedrale gotica.
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