GERNSHEIM: Opere cameristiche

Esecutore: Diogenes Quartett, Alexander Hülshoff, violoncello

Autore: Gernsheim

Numero dischi: 1

Barcode: 0761203546824

Cpo
CD
2023
CPO555468
2023-09-01
12,91 €
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Il secondo volume dell’integrale dei quartetti per archi di Friedrich Gernsheim

Il genere in cui Friedrich Gernsheim seppe esprimere con maggiore efficacia la sua originalissima concezione musicale fu senza dubbio il quartetto per archi. Nel primo volume dell’integrale di queste opere varata dalla CPO, il Diogenes Quartett ha presentato i poco noti Quartetti n. 1 e 3 per archi, che – secondo quanto si legge nella recensione pubblicata nel settembre del 2019 da FonoForum – il giovane ensemble tedesco ha eseguito «in maniera davvero ideale. Nell’interpretazione del Diogenes Quartett la musica acquista un calore espressivo che non scade mai in un vacuo sentimentalismo. Si tratta di un gioco di equilibri che il quartetto riesce a gestire con grande naturalezza e un’esecuzione priva di eccessi virtuosistici fuori luogo». Il programma del secondo volume comprende i Quartetti per archi op. 83 e op. 89. Il Quartetto op. 83 venne pubblicato per la prima volta nel 1911 dall’editore Nikolaus Simrock, ma – a differenza di tutte le altre opere cameristiche di Gernsheim – apparve solo in parti staccate e non in partitura. Il Quartetto fu tenuto a battesimo dal Klinger Quartett, ensemble guidato da Karl Klinger, dedicatario dell’opera, nonché tra le personalità di maggior spicco del panorama musicale di Berlino, città in cui ricoprì il posto di spalla dei Berliner Philharmoniker, fece parte per qualche tempo del celebre Joachim Quartett e fu allievo e amico sincero di Joseph Joachim, che in seguito sostituì come docente alla Berliner Musikhochschule. I movimenti di questo lavoro rivelano da un lato lo spiccato talento melodico di Gernsheim e dall’altro la struttura disarticolata che divenne uno dei tratti più caratteristici del suo stile più maturo. In genere, Gernsheim non indugiava mai molto sulla stessa idea melodica, come dimostra il fatto che ogni movimento appare suddiviso in brevi sezioni, dalle quali si sviluppano brevi temi. Il tutto è accompagnato da regressioni armoniche, frequenti cromatismi e continue sfumature tra tonalità maggiori e minori. Nonostante questi elementi, Gernsheim rimase sempre fedele alla scrittura tonale, senza peraltro vietarsi qualche divagazione dai limiti stilistici stabiliti dal suo amico Johannes Brahms, scomparso circa 15 anni prima. Il Quintetto op. 89 fu eseguito per la prima volta nel marzo del 1916, poco prima della scomparsa del suo autore, ma non fu mai pubblicato. La scrittura di questo lavoro è molto cromatica  ai limiti del diatonico, ma non si spinge oltre, ricordando in qualche modo le opere cameristiche di Max Reger. Nel Quintetto op. 89 Gernsheim privilegia le dimensioni ridotte, una scrittura ricca di cromatismi e marcati contrasti dinamici e tematici e si spinge a estremi addirittura maggiori rispetto a quelli che aveva raggiunto nei suoi ultimi quartetti per archi. Quest’opera rivela una straordinaria varietà di idee, come se Gernsheim avesse capito che sarebbe stata il suo ultimo lavoro cameristico, nel quale avrebbe dovuto inserire tutto se stesso.

Diogenes Quartett, Alexander Hülshoff, violoncello

Friedrich Gernsheim (1839-1916)

Quartetto n. 5 in la maggiore per archi op. 83

Quintetto in mi bemolle maggiore per archi op. 89

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