

Esecutore: Emma Abate, piano; Kamelia Kader, mezzo
Autore: N/A
Numero dischi: 1
Barcode: 8051776570084
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I brani riuniti in questo CD, molti dei quali proposti in prima registrazione mondiale, ci aiutano a capire meglio il senso di un’importante stagione della musica italiana – quella compresa, grosso modo, tra le due guerre mondiali – che fu fertilissima di ricerche e di esiti, molti dei quali ancora largamente sconosciuti al grande pubblico. Con l’affermarsi, al principio del Novecento, dei musicisti della cosiddetta “Generazione Dell’Ottanta” (Respighi, Malipiero, Pizzetti, Casella e Alfano, tutti rappresentati in questo disco), la vecchia e gloriosa romanza da salotto cedette definitivamente il posto a un tipo di composizione per voce e pianoforte non più destinato a un consumo anche semiamatoriale, ma si propose sempre con elevati intendimenti estetici, rivisitando anche le opere dei grandi classici della poesia italiana del passato. È il caso, per esempio, di Francesco Petrarca, ai cui versi rivolgono la loro attenzione in questo disco sia Ildebrando Pizzetti sia Mario Castelnuovo-Tedesco, o del poeta fiorentino quattrocentesco Domenico di Giovanni, meglio noto con il soprannome di Burchiello, musicato dal più caustico tra i compositori della “Generazione dell’Ottanta”, Gian Francesco Malipiero, o, infine, di Giacomo Leopardi, intonato sia da Pizzetti sia da Castelnuovo-Tedesco, il quale mise addirittura in musica L’Infinito, cosa che nessun compositore italiano contemporaneo di Leopardi avrebbe mai osato fare. E se D’Annunzio, tra i contemporanei, costituisce ancora un polo di attrazione da cui è impossibile sfuggire, e a cui si rivolge – ancora non a caso – Ottorino Respighi, il più spregiudicato e innovatore Alfredo Casella dona sostanza musicale a due poesie arcinote del Premio Nobel della letteratura (1906) Giosuè Carducci, Pianto antico e Il bove, con esiti musicali di assoluta originalità, e a due liriche della poetessa russa Raissa Olkienizkaia-Naldi, che negli anni Venti del Novecento era entrata in contatto con la Corporazione delle Nuove Musiche fondata a Roma dallo stesso Casella insieme a D’Annunzio e Malipiero. In relativa controtendenza rispetto alle scelte più colte e intellettualmente meditate dei suoi colleghi, Franco Alfano si rifece invece ai testi della sconosciuta Miranda Bona e non trascurò neppure, come autore dei versi, l’amico musicologo Domenico De Paoli, uno dei protagonisti del rinnovamento della cultura musicale italiana degli anni Trenta.