RATHAUS: Sinfonia N.2 - N.3

Dopo il primo concerto sinfonico del Festival di Francoforte del 1924, che vide la prima esecuzione assoluta della Seconda Sinfonia op. 7 di Karol Rathaus (1895-1954), accanto ad alcune recensioni positive, i giornali pubblicarono questo giudizio del celebre critico Alfred Heuss: «una sinfonia in un movimento isopportabilmente troppo modernista e priva di qualità di Karol Rathaus, un compositore piovuto qui da qualche parte dei Balcani. Signore, a che livelli è scesa la musica tedesca!». Queste poche righe dimostrano chiaramente il livello di prevenzione e di antisemitismo esistente in Germania in quegli anni. Lipersensibile Rathaus prese questa recensione come una condanna senza appello, al punto che si affrettò a togliere la sinfonia dalla circolazione, sforzandosi di adattare la propria ispirazione a uno stile che potesse risultare accettabile anche ai più irriducibili nemici della nuova musica e agli antisemiti. Il suo errore gli apparve evidente solo quando fuggì in Francia e in Inghilterra rifugiandosi negli Stati Uniti, dove ottenne un prestigioso incarico presso il Queens College di New York. Vittima del nazismo come molti altri artisti di genio, Rathaus merita oggi di essere riscoperto in tutto il suo valore.