RUDORFF E.:Sinfonia N.3 - Variazioni Op24

Una fotografia scattata intorno al 1896 ha immortalato il senato musicale dell’Accademia Reale delle Arti di Berlino, con dieci professori abbigliati con le austere vesti tradizionali. In questa immagine è possibile vedere gli esponenti più rappresentativi del panorama musicale tedesco di quegli anni, tra cui Max Bruch, Joseph Joachim, Friedrich Gernsheim, Heinrich von Herzogenberg e Ernst Rudorff. Purtroppo, oggi Rudorff è il più trascurato di questi compositori, alcuni dei quali – come Bruch e Herzogenberg – hanno conosciuto nel corso degli ultimi decenni un prepotente ritorno di fiamma. Nato a Berlino nel 1840, Rudorff crebbe in una famiglia benestante e molto aperta ai nuovi stimoli culturali. La madre di Rudorff era bisnipote di Ludwig Tieck e amica intima delle sorelle di Mendelssohn, mentre i fratelli Grimm e Karl Friedrich Schinkel frequentavano assiduamente la casa dei suoi genitori. Philipp Spitta – celebre musicologo, che fu tra gli amici più stretti della maturità di Rudorff, oltre che di Herzogenberg – scrisse: «Le concezioni artistiche di questi musicisti furono influenzate dalle ultime tendenze della scuola romantica. Questi furono i principi che monopolizzarono lo stile di Rudorff, dalla giovinezza fino agli ultimi anni». Come compositore, Rudorff rimase sempre saldamente ancorato agli ideali romantici, come si può notare nel suo amore appassionato per la natura. In particolare, Rudorff era convinto che il processo di industrializzazione costituisse una seria minaccia per la salvaguardia della natura, al punto da mobilitarsi di persona per sventare questo pericolo. Sotto questo aspetto Rudorff divenne un importante precursore delle azioni di tutela messe in atto da gruppi organizzati in società. Il suo insegnante Carl Reinecke scrisse a proposito dei suoi allievi Sullivan, Grieg e Rudorff: «ritengo che Rudorff sia il compositore più importante del gruppo che avevo definito “triumvirato”, anche se oggi il suo nome è meno famoso di quello dei suoi due ex compagni».