JADASSOHN: Sinfonie NN.1 - 4

Sebbene il suo nome abbia continuato a risuonare spesso nelle orecchie degli studenti di musica grazie ai suoi trattati di teoria, prima tra tutti il Lehrbuch der Harmonie pubblicato in ventuno edizioni dopo la prima uscita del 1883, Salomon Jadassohn come compositore è stato dimenticato subito dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1902 all’età di 71 anni. Nonostante questo, Jadassohn fu considerato con Carl Reinecke uno dei compositori più rappresentativi della cosiddetta Scuola di Lipsia, i cui membri proseguirono lungo il cammino del romanticismo musicale tracciato da Mendelssohn e da Schumann, che esercitò per almeno quattro decenni un’influenza molto profonda sul panorama musicale della città tedesca. Dopo aver studiato con musicisti e compositori di primissimo piano come Franz Liszt, Jadassohn ottenne le cattedre di teoria, pianoforte e composizione al Conservatorio di Lipsia, un fatto che gli consentì di essere considerato come uno dei più grandi didatti della sua epoca. Tra i suoi allievi figurano molti compositori rappresentati nel catalogo della CPO, tra cui Frederick Delius, Edvard Grieg, Ferruccio Busoni, Emil Nikolaus von Reznicek, Sigfrid Karg-Elert e Felix Weingartner. Nell’ambito della vasta e multiforme produzione di Jadassohn, che abbraccia tutti i generi musicali eccetto l’opera, le quattro sinfonie composte tra il 1860 e il 1888 occupano un posto sicuramente di spicco, per quanto non centrale. La sua filosofia musicale oscillava tra una visione accademica e una concezione artigianale (nel senso migliore del termine), un fatto che consente di capire per quale motivo egli considerasse il genere sinfonico come l’espressione e l’interazione di «forme sonore in continuo movimento».