Monteux Dirige Beethoven - Strauss - E Altri

Esecutore: Berliner Philharmoniker, Monteux

Autore: N/A

Numero dischi: 2

Barcode: 0749677147624

Testament
CD
2013
TES1476
2013-05-01
27,88 €
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Pierre Monteux diresse i Berliner Philharmoniker solo in due occasioni, nel 1933 e poi nel 1960, anno in cui si tenne il concerto riproposto in questo cofanetto doppio della Testament. Come solista del Concerto n. 3 per violino e orchestra di Saint-Saëns venne scelto Michel Schwalbé, celebre prima parte dell’orchestra berlinese scomparso il 9 ottobre del 2012 all’età di 92 anni. Quando si incontrarono per questo concerto all’inizio del mese di ottobre del 1960, Monteux e Schwalbé si conoscevano già. In un’intervista rilasciata poco prima della sua scomparsa, il novantaduenne Schwalbé disse che aveva incontrato per la prima volta Monteux a Parigi quando era ancora un giovane violinista di belle speranze. In questo periodo Schwalbé frequentò anche le lezioni di direzione d’orchestra tenute da Monteux, che ebbero una grande influenza sulla sua carriera. Nella recensione del concerto testimoniato da questo cofanetto della Testament che scrisse per Der Tagespiel, il critico Werner Oehlmann sottolineò che Michel Schwalbé aveva ottenuto “un successo trionfale” con l’interpretazione del Concerto in si minore di Saint-Saëns. In particolare, Schwalbé «ha eseguito con ammaliante delicatezza questa impegnativa parte solistica, che concede all’interprete solo un paio di battute di respiro, sfoggiando sfumature scure e liquide e mettendo in evidenza anche i più piccoli dettagli dell’ornamentazione. Questo straordinario successo conferma il primo violino dei Berliner Philharmoniker tra i solisti più dotati in termini sia di eleganza sia di carisma». Un collega di Oehlmann scrisse su Der Tag che Schwalbé aveva saputo padroneggiare «i passaggi più complessi con impeccabile bravura» e che aveva conferito «alle dolci ed eleganti linee melodiche di questo concerto la nobile eleganza che le contraddistingue». Per il direttore francese l’opera più impegnativa in programma era senza dubbio il balletto Petrushka di Stravinsky. Heinz Joachim osservò sulle colonne di Die Welt che mezzo secolo di storia della musica del XX secolo aveva ripreso magicamente vita quando l’ottantacinquenne Pierre Monteux aveva diretto quest’opera straordinaria. «In fondo, era stato proprio Pierre Monteux a dirigere la memorabile première di quest’opera, concepita in un primo tempo come concerto per pianoforte e orchestra e poi trasformata in un balletto per i Ballets russes di Djaghilev […] Monteux ha saputo superare questo lungo lasso di tempo con un’invidiabile freschezza mentale e uno slancio assolutamente impensabile […] Questo balletto, eseguito nella brillantissima versione originale e non nell’edizione che Stravinsky realizzò in seguito per tutelarsi contro le violazioni del diritto d’autore […] è apparso in questo modo fresco, facilmente apprezzabile dai sensi e affascinante con il suo linguaggio pittorico che il pubblico presente nella sala da concerto ha potuto vivere un’esperienza d’ascolto quasi visiva anche senza la presenza di scene» (estratto dalle note di copertina).

Tracklist

Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Ouverture Leonora n. 3, op. 72a
Richard Strauss (1864-1949)
Till Eulenspiegel op. 28
Camille Saint-Saëns (1835-1921)
Concerto n. 3 in si minore per violino e orchestra op. 61
Igor Stravinsky (1881-1971)
Petrushka (versione originale del 1911)

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