GRAUPNER: Cantate per basso

Sotto il profilo della magnificenza e della varietà musicale, la corte del langravio di Hesse-Darmstadt non aveva nulla da invidiare ai centri culturali più importanti dell’epoca come Mannheim e la potente città anseatica di Amburgo. Più in particolare, la formazione strumentale della corte di Darmstadt era composta da musicisti di grandissimo talento scelti uno a uno con estrema cura. Per oltre mezzo secolo il direttore della corte Christoph Graupner fu il sovrano assoluto di questo splendido regno musicale. Come il suo famoso contemporaneo Georg Philipp Telemann – al quale era legato da una sincera e profonda amicizia – Graupner era uno spirito libero e un compositore estremamente originale, un fatto che non può che farci rimpiangere l’oblio in cui sono caduti sia lui sia la sua produzione fino a questo momento. Per questo motivo, non si può che salutare con grande entusiasmo questo nuovo disco della CPO contenente una bella antologia di cantate per basso su testi di Lehms e di Lichtenberg del tutto libere dai pesanti orpelli stilistici che penalizzano molte opere simili di autori contemporanei, che fa seguito alle registrazioni delle suites per orchestra e delle cantate natalizie pubblicate qualche tempo fa dalla stessa etichetta tedesca. Queste cantate sono prive anche di ridondanze espressive e di eccessive fioriture vocali, un fatto che dimostra meglio di qualsiasi parola come Graupner seppe assimilare le tendenze stilistiche più recenti anche negli ultimi anni della sua carriera. In particolare, nelle cantate giovanili la viola viene utilizzata più che altro per raddoppiare all’ottava la linea del basso continuo, mentre nelle opere della maturità assume un ruolo più indipendente e spesso una parte obbligata. Nelle cantate dell’ultima fase creativa il basso continuo non rappresenta più una necessità, ma nonostante questo continua a ricoprire il suo ruolo tradizionale. L’alternanza tra arie con il da capo e recitativi rivela una grande affinità con la scrittura delle opere teatrali dell’epoca. Inoltre, l’inserimento nelle arie di frammenti di recitativi costituisce una caratteristica molto peculiare dello stile di Graupner. Influenzato dalla sua lunga esperienza in ambito operistico, Graupner scrisse recitativi dai toni molto fluenti e in qualche caso con sezioni di arioso. Protagonista assoluto di questo disco è il basso-baritono Klaus Mertens, che conferma per l’ennesima volta «con la bellezza del suo timbro e l’eleganza della sua articolazione di essere uno dei cantanti tedeschi più brillanti e versatili nel campo della musica antica» (klassik-heute).