DOSTAL NICO: Die Ungarische Hochzeit

La CPO pubblica da molti anni operette rare in collaborazione con il Lehár Festival di Bad Ischl. Nel 2016 la scelta del direttore artistico dell’etichetta tedesca Burkhard Schmilgun è caduta su Die ungarische Hochzeit (Le nozze ungheresi) di Nico Dostal, un’operetta che venne rappresentata per la prima volta a Stoccarda nel 1939, ma che oggi è quasi del tutto scomparsa dai cartelloni dei festival e dei teatri lirici. Nel corso della sua carriera Nico Dostal si mise in grande evidenza non solo come compositore di operette, ma anche come autore di colonne sonore (Kaiserwalzer) e addirittura di opere sacre (Messa in re maggiore). Oltre a Die ungarische Hochzeit, l’operetta più famosa di Dostal è Clivia. Il libretto scritto da Hermann Hermecke per l’operetta presentata in questo cofanetto doppio è basato su una novella di Kálmán Mikszáth, ambientata intorno al 1750 nelle città di Popláka (Poplaca), Pressburg (Bratislava) e Hermannstadt (Sibiu). La versione più breve si intitola Heimat, deine Lieder grüßen froh mich wieder (Patria, il tuo canto saluta già il mio ritorno) e la vicenda viene narrata da Janka, una ragazza appena tornata nella casa dei suoi genitori di Popláka dopo aver portato a termine i suoi studi in convento. Nel frattempo, a Popláka era appena arrivato il conte Stefan von Bárdossy, un nobile molto incline al fascino femminile, che era stato incaricato dall’imperatrice Maria Teresa di fare luce su alcune voci che erano giunte alle sue orecchie. In particolare, il padre di Janka viene sospettato di cercare di fare sposare ai nuovi arrivati vecchie vedove, anziché le ragazze giovani e belle che erano convinti di portare all’altare. Per portare a termine nel modo migliore il suo compito, Bárdossy si fa precedere dal suo valletto Árpád, che si spaccia per il suo padrone. Da parte sua, il vero conte si presenta come un nuovo residente della città e Janka si innamora subito perdutamente di lui. In questa ridda di equivoci si inserisce prontamente Etelka, una ragazza di campagna che ha sempre sognato di diventare contessa e che non tarda a volgere le sue attenzioni su Árpád, ritenendolo nobile. Alla fine questa romantica confusione viene chiarita dalla stessa imperatrice.