PETERSON - BERGER:Sonate x violino e piano

Wilhelm Peterson-Berger è conosciuto da molti svedesi come il compositore più carismatico e ispirato che il loro paese abbia avuto a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Le sue belle sinfonie presentate in prima registrazione mondiale qualche anno fa dalla CPO hanno però dimostrato che Peterson-Berger può essere considerato un compositore di statura europea e che le sue opere meritano di essere conosciute ed eseguite molto più spesso anche al di fuori dei confini della sua patria. Dal momento che al volgere del secolo nei paesi scandinavi non era sempre facile avere a disposizione un’orchestra sinfonica di ampie dimensioni, in quell’epoca il genere cameristico e in particolare la sonata per violino e pianoforte godettero di una grandissima popolarità in Svezia. Il fatto che scrivendo la sua Sonata n. 1 per violino e pianoforte il giovane Peterson-Berger non avesse ancora trovato un proprio stile originale non può essere considerato fuori dalla norma. Quest’opera presenta infatti da un lato un evidente debito stilistico dalle opere di Edvard Grieg e dall’altro una innegabile attrazione verso Sjögren, il più grande poeta svedese di quegli anni, ma non si può muovere alcuna obiezione sulla padronanza tecnica raggiunta da Peterson-Berger, come si può notare dalla naturalezza con cui vengono sviluppati i diversi temi e dall’elegante senso delle proporzioni. In questa sonata Peterson-Berger aggiunse anche una melodia proveniente dalla tradizione popolare svedese, prima che questo fatto diventasse una prassi consolidata nel suo processo compositivo. Al contrario, la Suite op. 15 è un brano squisitamente svedese e dal carattere molto più popolare rispetto alla sonata, un fatto che dimostra come Peterson-Berger avesse maturato nel frattempo uno stile molto più personale, basato su una maggiore consapevolezza del proprio talento e su una spiccata propensione per la poesia idilliaca. Queste opere vengono esaltate al massimo grado dalla brillantissima interpretazione di Ulf Wallin e di Love Derwinger, il cui sbrigliato virtuosismo e la sua meravigliosa ricchezza timbrica assicurano un ascolto quanto mai gradevole.