Hungarian Quartet: Beethoven & Bartok

Esecutore: Hungarian Quartet

Autore: Hungarian Quartet

Numero dischi: 2

Barcode: 0749677146122

Testament
CD
2011
TES1461
2011-01-01
27,88 €
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Il nome Hungarian Quartet fu portato da due grandi formazioni di archi di Budapest attive nei primi tre quarti del XX secolo. Guidato dal carismatico Imre Waldbauer, il primo Hungarian Quartet fu costituito nel 1918 per eseguire la produzione cameristica di Béla Bartók, Zoltán Kodály e Leó Weiner, i tre compositori che – insieme al di poco più anziano Ernő Dohnányi – tennero alta per diversi decenni la bandiera della musica e della cultura ungheresi. Il primo Hungarian Quartet si esibì in tutte le principali sale da concerto europee e i suoi membri – che oltre a Imre Waldbauer comprendevano il violinista János Temesváry, il violoncellista Jenő Kerpely e diversi violisti di grande talento – furono considerati tra i musicisti più importanti e carismatici dell’epoca. Purtroppo, questa formazione non ci ha lasciato nessun disco in grado di testimoniarne l’arte. Nel 1935 i violinista Sándor Végh e Peter Szervánsky, il violista Dénes Koromzay e il violoncellista Vilmos Palotai diedero vita al New Hungarian Quartet tuttavia, a causa di seri attriti venutisi a creare tra i due violinisti, Szervánsky venne ben presto sostituito da László Halmos. Dopo aver iniziato la propria carriera eseguendo i principali capolavori della letteratura cameristica classica e romantica, il New Hungarian Quartet iniziò a interessarsi delle opere dei migliori compositori contemporanei tra cui il polacco Jerzy Fitelberg, il britannico Alan Bush, il francese André Jolivet, lo svizzero Wladimir Vogel, oltre agli autori più dotati usciti dalla classe di composizione di Kodály come Sándor Veress. Una sera del 1935 Koromzay si recò nella casa del suo vecchio maestro Waldbauer con il suo amico compositore Pál Kadosa per giocare a bridge. Come Koromzay confidò in seguito allo scrittore e violoncellista Claude Kennison: «Quando entrai nel suo soggiorno vidi sul leggio del pianoforte il manoscritto di una nuova opera di Béla Bartók». Quest’opera era il Quartetto n. 5 del grande compositore magiaro, che Waldbauer e i suoi colleghi stavano studiando in vista della ormai imminente prima esecuzione ungherese. Koromzay chiese in prestito il manoscritto per qualche giorno e il mattino successivo lo portò con sé alle prove del suo quartetto. I suoi amici compositori Kadosa e Veress si offrirono di copiare la partitura e i membri del quartetto ricavarono da queste copie le parti dei quattro strumenti. Dopo qualche giorno Koromzay restituì il manoscritto a Waldbauer senza dire nulla in proposito. Dopo aver studiato con incredibile tenacia per tre o quattro settimane, il New Hungarian Quartet chiese a Bartók il permesso di tenere a battesimo il suo quartetto. Bartók decise di affidare il suo capolavoro a quei quattro giovani musicisti e nel giro di dieci giorni ne organizzò la prima esecuzione a Budapest. Questa grave scorrettezza spianò al giovane quartetto la strada del successo e il Quartetto n. 5 di Bartók si rivelò il classico asso nella manica, in quanto gli consentì di esibirsi per la prima volta a Vienna il 18 febbraio del 1936. Il New Hungarian Quartet riuscì anche a convincere l’ISCM ad ammettere l’opera di Bartók al Festival di Barcellona del 1936, un fatto che gli permise di compiere un ulteriore passo in avanti nella sua carriera internazionale (dalle note di copertina, Tully Potter, 2010). 

Tracklist

Ludwig van Beethoven (1770-1817)
Quartetto per archi n. 8 in mi minore op. 59 n. 2 Razumovsky
Quartetto per archi n. 9 in do maggiore op. 59 n. 3 Razumovsky
Béla Bartók (1881-1945)
Quartetto per archi n. 5 in si bemolle maggiore
Quartetto per archi n. 6 in re maggiore

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