DOHNANYI E STRAUSS: Sonate per violino e pianoforte

Un incontro di geni musicali: questo potrebbe essere il titolo di questo disco, che propone tre opere di due dei compositori più emblematici del Tardo Romanticismo. Se uno di essi – Ernst von Dohnányi – attende ancora di essere riscoperto in quasi tutta la sua produzione, anche per il fatto di essere stato oscurato dal suo più giovane e incomparabilmente famoso compatriota Béla Bartók, l’altro – Richard Strauss – non ha bisogno di alcuna presentazione, visto che ha conquistato da tempo una fama a livello internazionale grazie alle sue opere liriche e ai suoi evocativi poemi sinfonici. Nonostante questo, i pregevoli lavori cameristici dell’autore di Monaco di Baviera aspettano ancora una doverosa rivalutazione, in particolare l’imponente Sonata per violino e pianoforte, nella quale il ventitreenne compositore pare già respirare l’aria sublime del Don Juan e del Rosenkavalier. Fin dal primo ascolto di questo disco di sorprendente bellezza, appare evidente che la violinista Hellen Weiss, il violista Wen Xiao Zheng, il violoncellista Gabriel Schwabe e il pianista Paul Rivinius sono del tutto entusiasti della missione che si sono assunti.

Hellen Weiss, violino; Paul Rivinius, pianoforte; Wen Xiao Zheng, viola; Gabriel Schwabe, violoncello

Ernő Dohnányi (1877-1960)

Sonata in do diesis minore per violino e pianoforte op. 21

Serenata in do maggiore per violini, viola e violoncello op. 10 (1902-03)

Richard Strauss (1864-1949)

Sonata in mi bemolle maggiore per violino e pianoforte op. 18