SCHULHOFF: Sonate per violino

La violinista tedesca Tanja Becker-Bender si è messa in grandissima evidenza nel panorama discografico internazionale con una strabiliante interpretazione dei Capricci op. 1 di Niccolò Paganini e salutata dalla stampa specializzata di tutto il mondo con unanime entusiasmo. Il suo secondo disco per la Hyperion la vede al fianco del suo compatriota Markus Becker, a sua volta protagonista di due dischi di alto livello pubblicati dall’etichetta inglese. Grande appassionato di jazz, vicino sotto molti aspetti all’estetica dadaista e surrealista e comunista convinto sono solo alcune delle etichette che vengono in mente quando si parla di Erwin Schulhoff, tuttavia la figura di questo straordinario compositore non può essere limitata a una serie di stereotipi e in molti casi sfugge a qualsiasi categorizzazione. Questo enfant prodige nato a Praga iniziò a studiare musica nella gloriosa tradizione austro-tedesca molto prima di compiere dieci anni e in seguito si perfezionò con due maestri del calibro di Max Reger e di Fritz Steinbacher. La musica di Schulhoff fu caratterizzata da una incredibile originalità in tutte le fasi della sua carriera e – come si può facilmente notare ascoltando questo disco – nelle sue opere per violino e pianoforte il virtuosismo appare sempre gradevole e non scade mai in uno sfoggio di bravura fine a se stesso.

TANJA BECKER-BENDER SU HYPERION:

NICCOLÒ PAGANINI

24 capricci op. 1

Tanja Becker-Bender, violino

CDA67763 (CD alto prezzo)

«Questa scintillante versione dei Capricci op. 1 di Paganini si mette in grandissima evidenza per il suo nitore sonoro e la sua trasparenza e per il fatto di esaltare al massimo livello la sensibilità romantica che seppe stregare i contemporanei del compositore genovese. Non ricordo di aver mai ascoltato nel Capriccio n. 9 una imitazione del flauto e del corno più convincente di quella della Becker-Bender e nel Capriccio n. 21 – che riporta in partitura l’indicazione Amoroso – la violinista tedesca sfoggia sonorità tenere e intime laddove la maggior parte dei suoi rivali sembra confondere la grazia delicata prevista da Paganini con una ruvida intensità. I passaggi più virtuosistici vengono eseguiti dalla Becker-Bender in maniera assolutamente irreprensibile […] Sono sicuro che anche Paganini rimarrebbe impressionato e deliziati da questa splendida interpretazione» (Gramophone) «Questa superba registrazione […] propone una versione di straordinaria bellezza, piena di freschezza e di vitalità, tecnicamente ferratissima, ma non per questo poco spontanea ed espressiva […] Un nuovo disco eccezionale della Hyperion» (International Record Review).

GRAMOPHONE EDITOR’S CHOICE