BALBASTRE: Pezzi per clavicembalo (1759)

Esecutore: Sophie Yates, clavicembalo

Autore: Balbastre

Numero dischi: 1

Barcode: 0095115077726

Chandos
CD
2011
CHAN0777
2011-02-01
17,56 €
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Compositore, organista e clavicembalista di grande talento, Claude-Bénigne Balbastre fu uno dei protagonisti principali del panorama musicale francese del XVIII secolo. In questo splendido disco la Chandos propone i suoi raffinati Pièces de clavecin pubblicati nel 1759 nell’autorevole interpretazione di Sophie Yates. Per l’occasione la Yates suona uno degli strumenti più indicati per questo repertorio, un clavicembalo a due manuali costruito nel 1996 da Andrew Garlick sul modello di uno strumento realizzato nel 1748 dal cembalaro parigino Claude Goujon, oggi conservato nel Musée de la Musique del Conservatoire di Parigi. Nel corso degli ultimi anni Sophie Yates ha realizzato per la Chandos una serie di dischi solistici, che in molti casi hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti dalla stampa specializzata di tutto il mondo. La Yates è stata definita dal critico di Gramophone «un’interprete dallo smisurato talento», mentre il recensore del BBC Music Magazine ha messo in risalto l’«eccezionale incisività» della sua interpretazione. Nel corso del XVIII secolo un musicista per ottenere il successo (e un posto gratificante e ben remunerato) doveva fare affidamento sui membri dell’aristocrazia e della corte reale. Il giovane Balbastre venne presentato con rapidità ed efficacia nei circoli dell’aristocrazia parigina niente meno che da Jean-Philippe Rameau, il cui interessamento gli garantì una carriera ricca di soddisfazioni. Balbastre si esibì fino al 1782 al Concert Spirituel, assunse la carica di organista sia nella Cathédrale de Notre-Dame sia nella Chapelle Royale e venne scelto come clavicembalista alla corte reale – dove diede lezioni alla regina Maria Antonietta – e organista dal conte di Provenza Louis-Stanislas-Xavier, che dopo l’epoca napoleonica sarebbe stato incoronato re di Francia con il nome di Luigi XVIII. La fama di Balbastre crebbe al punto di spingere l’arcivescovo di Parigi a proibirgli di suonare in determinate cerimonie nella Église de Saint-Roch perché, non appena si spargeva la voce che all’organo si sarebbe seduto il famoso Balbastre, la chiesa si riempiva sempre al’inverosimile di persone desiderose di ascoltare le sue ardite improvvisazioni. Il fatto di comporre per la corte reale spinse Balbastre a elaborare uno stile grandioso e solenne, tuttavia la presenza di una insopprimibile vivacità spinse alcuni commentatori dell’epoca e definire le sue opere più popolari che intellettuali. Le opere presentate in questo disco sono concepite secondo il modello descrittivo dei pièces de charactère. Alcuni brani – come La Suzanne – richiedono all’interprete uno spiccato virtuosismo, mentre altri – come La Berville – non possono fare a meno di un approccio tenero e sensibile. Il titolo “Giga” apposto a La Lugeac fa riferimento a un approccio vigoroso tipicamente italiano e la sua incontenibile energia dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio quanto Balbastre sapesse sintetizzare stili diversi. La d’Hericourt e La de Caze sfoggiano un tono nobile e tradizionale, mentre l’“air champêtre” La Castlemore costituisce un perfetto esempio di quello stile pastorale che andava tanto di moda nella Parigi del XVIII secolo. Incarnazione dell’ultima fase del grande repertorio clavicembalistico francese, questa raccolta venne scritta a Parigi da un Balbastre giunto all’apice della sua fama, quando sul cielo della capitale francese si stavano addensando le nubi che avrebbero portato allo scoppio della Rivoluzione francese e al conseguente crollo della monarchia. 

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