KALLSTENIUS: Musica sinfonica

Edvin Kallstenius si interessò di scienze naturali prima di iniziare a occuparsi di musica, studiando dal 1904 al 1907 con Stephan Krel a Lipsia. In seguito svolse la professione di critico musicale e nel 1928 ottenne il posto di archivista presso la Radio Svedese, che mantenne fino al 1946. Parallelamente Kallstenius fece parte dal 1933 al 1961 del consiglio direttivo della Società dei Compositori Svedesi e dal 1932 al 1957 della Società per i Diritti d’Autore. Sebbene come compositore apprezzasse molto gli elementi sublimi e il lirismo delle opere di Beethoven e fosse sinceramente convinto che i generi tradizionali avessero ancora molto da dire al pubblico dei suoi tempi, Kallstenius utilizzò questi generi per esprimere contenuti estremamente personali, inserendo spesso costruzioni armoniche quanto mai innovative. Per tutta la durata della sua lunga vita Kallstenius rimase rigorosamente fedele al suo stile, non mancando comunque di apportarvi parecchie innovazioni. In particolare, Kallstenius evitò di adottare un linguaggio tonale troppo rigido, prediligendo uno stile caratterizzato da una intensa vena melodica, coinvolgenti espansioni armoniche e un convincente compromesso tra un trattenuto romanticismo e spunti di incontenibile vigore dal sapore chiaramente espressionista. Kallstenius fu un abilissimo artigiano, che appose su tutte le sue partiture minuziose indicazioni esecutive. La musica di Kallstenius non è sempre di facile ascolto e molti lo accusarono di essere scontroso e ostinato, al punto da soprannominarlo Gallsteinius (calcolo biliare). Nonostante questo, la sua Prima Sinfonia è una delle opere orchestrali più significative scritte da un compositore svedese nel corso degli anni Venti. Dopo la prima esecuzione di quest’opera, Ture Rangström scrisse: «Edvin Kallstenius non fa parte di quel genere di compositori affascinanti, che spingono il pubblico ad applaudirne le opere». Al di là di questo giudizio, a Rangström non sfuggirono l’integrità, il valore e il sentimento di Kallstenius, che a suo modo di vedere «non ha nessuna intenzione di scendere a compromessi di comodo con il modernismo». In ogni caso, questo disco della collana dedicata ai compositori svedesi della CPO ha tutte le carte in regola per lasciare a bocca aperta anche gli ascoltatori più smaliziati.