GERNSHEIM FRIEDRICH: Sinfonie NN. 2 & 4

Dopo aver pubblicato la Prima e la Seconda Sinfonia di Friedrich Gernsheim, due opere pervase da una coinvolgente drammaticità romantica, la CPO non ha voluto fare attendere troppo i numerosissimi appassionati che hanno chiesto a gran voce di poter ascoltare al più presto possibile anche la Terza e la Quarta. Alcuni brani presentati in questo disco potrebbero spingere qualche ascoltatore a chiedersi se per caso queste opere non siano uscite dalla penna di Johannes Brahms. Si tratta di un dubbio più che legittimo, che però scompare appena la musica comincia a prendere una strada del tutto diversa da quella battuta dal compositore amburghese, presentando un’orchestrazione e uno stile quanto mai originali. Queste sinfonie sono opera di un compositore ingiustamente dimenticato originario della città dei Nibelunghi di Worms, che fu considerato da molti contemporanei uno dei più autorevoli sinfonisti romantici dopo Mendelssohn e Schumann e uno degli esponenti più rappresentativi della generazione di Brahms e di Bruckner. Eseguita per la prima volta il 16 marzo del 1882 a Rotterdam sotto la direzione dello stesso Gernsheim, la Sinfonia op. 46 presenta un linguaggio musicale estremamente compresso. Ascoltando alcuni passaggi di quest’opera – in particolare gli interventi del corno del primo movimento – si prova la netta impressione di trovarsi di fronte alla Seconda Sinfonia di Brahms. Nel suo insieme, quest’opera è comunque un lavoro impressionante. Gernsheim compose la sua Quarta – e ultima – Sinfonia op. 68 nel 1895 a Berlino. Tra tutte le sinfonie di Gernsheim, la Quarta è quella che richiede l’organico più vasto, comprendente oltre alla già numerosa compagine dell’orchestra sinfonica del XIX secolo un corno inglese, un clarinetto basso, una tuba e i piatti. In alcuni passaggi – soprattutto nel primo movimento – questo lavoro dà spesso l’impressione di essere una sorta di continuazione della Seconda Sinfonia, come si può notare dall’accostamento di sezioni serene, nelle quali l’orchestra esprime sonorità morbide e rilassate, a improvvisi fortissimo di inaudita energia. A tratti il discorso musicale presenta brillanti assoli dei legni e coinvolgenti melodie degli archi e il segmento centrale – quello dello sviluppo – rivela ancora una volta l’eccellente talento sinfonico di cui era dotato Gernsheim. Come ha scritto giustamente il musicologo Dietrich Kämper nel 2002 sull’MGG, in questa sinfonia «Gernsheim mette in mostra tutta la sua magistrale padronanza delle risorse compositive», senza scadere mai in una «arida sterilità artistica».