CHOPIN - LISZT: Concerti per piano

Sebbene molti siano soliti liquidare i concerti per pianoforte e orchestra romantici come superficiali e narcisistici sfoggi di bravura, un solista di talento accompagnato da un’orchestra dalle sonorità ampie e drammatiche riesce sempre ad ammaliare il pubblico. Anche se abbinare la brillantezza del concerto con cui Chopin conquistò il raffinato pubblico parigino all’elaborata struttura sinfonica e agli ampi passaggi improvvisati del concerto di Liszt equivalga a paragonare le mele alle arance, non si può resistere a un disco comprendente queste due opere, soprattutto quando alla tastiera siede una Martha Argerich all’apice dei suoi ragguardevolissimi mezzi tecnici ed espressivi. La Argerich si accosta al Concerto di Chopin con ineguagliabile eleganza, sfoggiando un’eccezionale leggerezza e un’infinità di sfumature che ne esaltano la poesia. Nel Concerto di Liszt la pianista argentina riesce invece a esprimere alla perfezione i contrasti tra un delicato afflato lirico e una insostenibile tensione. Ascoltando questo lavoro non si può che attendere con impazienza le sezioni più impegnative, che la Argerich affronta in assoluta sicurezza, soprattutto nei fenomenali passaggi accordali. L’SHM-SACD (Super High Material SACD) è la versione più moderna del SACD che sfrutta materiali e tecnologie sviluppati per il SHM-CD per migliorare la risoluzione audio. Questi dischi sono realizzati con un tipo di policarbonato creato per i display a cristalli liquidi, che consente di ottenere una altissima trasparenza sonora e permette ai lettori di leggere il segnale in una maniera estremamente fedele. Questo supporto presenta anche una straordinaria fluidità, che si traduce in un maggiore realismo sonoro. Quello che ha fatto meraviglie con un formato a bassa risoluzione come il CD non può che garantire un enorme miglioramento sonoro con un supporto ad alta risoluzione come il SACD. Tra le caratteristiche più importanti di questi SHM-SACD vanno citati il layer a due canali, che assicura una riflettenza più che sufficiente e non comprime il file DSD, l’etichetta del disco stampata con uno speciale inchiostro verde chiamato Onsho Shiyou, che minimizza la dispersione del riflesso, e l’accuratissima scelta dei master, che comprendono sia files DSD già esistenti sia conversioni di nastri analogici.