WOLF: Lieder per orchestra e Penthesilea

Benjamin Appl interpreta Hugo Wolf

«Sono troppo codardo per essere un vero compositore», con questa lacerante frase un Hugo Wolf non ancora ventottenne aprì il suo cuore a un amico fidato. In realtà, questa intima confessione non era nemmeno sbagliata, perché ogni evento della breve esistenza di Wolf – non solo l’attività compositiva – procedeva con bruschi strattoni. Per tutta la sua vita, Wolf passò da momenti di profonda tristezza a improvvise esaltazioni che lo portavano al settimo cielo e sprofondò in un’amara depressione ogni volta che ebbe l’impressione di non avere più nulla da dire con la sua musica per poi urlare il suo entusiasmo a tutto il mondo per un brano di sua soddisfazione e fu autore di una produzione pregevole – per quanto frammentaria – della quale il poema giovanile Penthesilea, basato sull’omonima tragedia di Heinrich von Kleist costituisce il massimo capolavoro sinfonico. Primo di questo monolite intriso di intensa drammaticità, il baritono austriaco Benjamin Appl e la Jenaer Philharmonie guidata dal suo direttore principale Simon Gaudenz eseguono 12 Lieder accuratamente selezionati, molti dei quali sono stati orchestrati dallo stesso autore, 12 piccole gemme di straordinaria raffinatezza basate sui versi di Johann Wolfgang von Goethe, Eduard Mörike e Paul Johann Ludwig Heyse, le cui fascinose intonazioni non lasciano alcun dubbio sul fatto che Hugo Wolf possedeva le stimmate di un «vero compositore». Se poi, ovviamente, sarebbero state create le opere geniali che oggi conosciamo, questo è un altro discorso.

Benjamin Appl, baritono

Jenaer Philharmonie, Simon Gaudenz, direttore

Hugo Wolf (1860-1903)

Schlafendes Jesuskind

Epiphanias

Anakreons Grab

Denk’ es, o Seele

Prometheus

An den Schlaf

Harfenspieler I

Harfenspieler II

Harfenspieler III

Sterb’ ich Gebet

Fußreise

Penthesila, poema sinfonico in tre parti da Heinrich von Kleist