DEBUSSY: Opere orchestrali

Unanimemente considerato tra i direttori più stimolanti del panorama concertistico internazionale, Stéphane Denève ha assunto nel 2005 il posto di direttore musicale della Royal Scottish National Orchestra, ottenendo grandi consensi sia dal pubblico sia dalla critica. Nel mese di maggio del 2012 Stéphane Denève si accommiaterà con affetto dalla Scozia e dal pubblico della Royal Scottish Symphony Orchestra con una serie di concerti di addio (o meglio di arrivederci) e con questo splendido cofanetto comprendente tutte le opere orchestrali più famose e conosciute di Claude Debussy. Dopo il grande successo ottenuto nel 1902 con la prima rappresentazione dell’opera Pelléas et Mélisande, il pubblico parigino aveva eletto Debussy a suo nuovo beniamino e attendeva con crescente impazienza nuove opere orchestrali. La Mer non deluse le attese e ancora oggi è considerata una delle pietre miliari della letteratura orchestrale del XX secolo. Dopo aver portato a termine questo lavoro, Debussy trascorse ben sette anni a dare una forma a quelle che sarebbero diventate Images per orchestra. Alcuni critici rimasero sconcertati di fronte a questo originalissimo lavoro, al punto da spingersi ad affermare che il fertile talento di Debussy si era irrimediabilmente inaridito. Questi giudizi vennero però prontamente smentiti da un articolo di Maurice Ravel, nel quale l’autore del Bolero accusò questi critici di «aver chiuso gli occhi di fronte al sorgere del sole, lagnandosi a gran voce del fatto che era ormai scesa la notte». Con un sensuale assolo di flauto il Prélude à l’aprés-midi d’un faune spalancò di colpo prospettive del tutto nuove alla musica occidentale. Per quest’opera Debussy si era ispirato a una poesia di Mallarmé, che scrisse al compositore: «Sono uscito dal concerto commosso fin nel profondo del mio animo: un vero miracolo! La sua versione musicale de L’aprés-midi d’un faune non presenta alcuna discontinuità con la mia poesia, se non per spingersi ancora più avanti – davvero – nella nostalgia e nella luce». I tre Nocturnes presentano alcuni degli spunti più fantasiosi e originali di Debussy. Secondo quanto affermò lo stesso compositore francese: «Con il titolo Nocturnes […] non mi sono voluto riferire al genere del notturno, ma mi sono sforzato di esprimere le diverse impressioni e gli effetti luminosi legati al calare del sole». Per spiegare meglio il suo pensiero, Debussy corredò ogni movimento di una precisa descrizione. Per esempio, Nuages descrive da un lato «la lenta e malinconica processione delle nuvole, che si conclude con una languida agonia nelle sfumature del bianco» e dall’altro le sensazioni che provò stando «sul Pont de Solférino a notte alta. Silenzio assoluto. La Senna senza la minima increspatura, come uno specchio macchiato».

Stéphane Denève su Chandos:

GUILLAUME CONNESSON

opere orchestrali

Royal Scottish National Orchestra, Stéphane Denève, direttore

CHSA5076 (SACD alto prezzo)

«Questo disco riesce nello stesso tempo a esaltare e a deliziare» (International Record Review) «La Royal Scottish National Orchestra diretta da Stéphane Denève sfodera un’interpretazione autorevole e scintillante» (AllMusic.com).