CIMAROSA: Il Matrimonio Segreto

L’opera più famosa di Domenico Cimarosa in una rigorosa edizione filologica

«Da capo!»: questa è la frase che l’imperatore Leopoldo II gridò nel 1792 nel teatro di corte di Vienna e che costrinse i musicisti e i cantanti a ripetere questa scintillante opera buffa dall’inizio. Nel corso della storia della musica, Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa è l’unica opera che abbia mai avuto l’onore di essere ripetuta da cima a fondo nella sua prima rappresentazione, un fatto che rivela meglio di qualsiasi parola quanto la sua splendida musica e il suo divertente intreccio siano piaciuti al raffinato pubblico che ebbe la fortuna di prendere parte della première del massimo capolavoro del grande compositore di Aversa. In occasione della 40ª edizione delle Innsbrucker Festwochen der alte Musik, Alessandro De Marchi diresse una splendida rappresentazione dell’opera più nota di Cimarosa basata su criteri rigorosamente filologici, in modo da preservarne il più possibile il suono originale. Il matrimonio segreto costituisce uno dei principali punti di transizione tra l’opera barocca e il belcanto rossiniano, un rango che giustifica ampiamente una produzione che tenga in debito conto lo stile interpretativo strumentale e vocale in auge ai tempi di Cimarosa e di Mozart. Negli ultimi anni l’opera di Cimarosa è sempre stata messa in scena in versioni drasticamente tagliate, che prevedono quasi sempre l’eliminazione della ripresa della prima parte delle arie e di ampi tratti di recitativo. A questo proposito, Alessandro De Marchi ha dichiarato in una recente intervista: «Contrariamente alla prassi che si adotta oggi in quasi tutti i teatri, ritengo che il da capo delle arie sia molto interessante, perché consente ai personaggi maschili e femminili di mettere in luce la loro bravura con variazioni improvvisate, come veniva fatto normalmente nei teatri settecenteschi». Inoltre, quando si utilizzano gli strumenti originali il panneggio orchestrale appare anche più ricco di sfumature e definito con maggiore nitidezza. Anche grazie alla ricorrenza anniversaria, gli spettatori si sono divertiti molto, un fatto che si può notare soprattutto nello scintillante finale. La tradizione dell’opera buffa italiana – che affonda le sue origini nell’antica commedia dell’arte – raggiunge in quest’opera un «altissimo livello, con momenti di irresistibile divertimento, che si possono apprezzare sia sul palcoscenico sia nella musica», come sottolinea ancora De Marchi.

Renate Girolami, Donato Di Stefano, Loriana Castellano, Klara Ek, Giulia Semenzato, Jesús Álvarez, Academia Montis Regalis, Alessandro De Marchi, direttore

Domenico Cimarosa (1749-1801)

Il matrimonio segreto, melodramma giocoso in due atti su libretto di Giovanni Bertati