ARCADELT - PALESTRINA - DE SILVA:Opere sacre

Con questo suggestivo programma dedicato a Jacob Arcadelt, Andreas de Silva e Giovanni Pierluigi da Palestrina, l’ensemble vocale Musica Contexta e The English Cornett and Sackbutts Ensemble ci conduce per mano in un viaggio musicale in un giorno di febbraio nella Roma del XVI secolo. Immaginate di passeggiare nelle vie della Città Eterna in occasione della Candelora, la festa della liturgia cattolica che celebra la purificazione di Maria e la presentazione di Gesù nel Tempio quaranta giorni dopo la sua nascita, e di fermarvi in tutte le chiese che incontrate lungo il vostro cammino per ascoltare un brano della musica che vi si sta eseguendo. In una chiesa potremmo sentire la voce di un castrato accompagnata da un ensemble di tromboni, in un’altra un coro a cappella e nella successiva un coro di grandi dimensioni con un complesso di strumenti a fiato. Questa straordinaria varietà si spiega con il fatto che Roma – pur essendo una delle principali esportatrici del mondo di arte sacra – era comunque molto aperta nei confronti delle influenze musicali provenienti dall’estero. Nel calderone di stili nazionali che ne derivò, una delle influenze più forti e durature fu quella esercitata dai compositori provenienti dalla Penisola Iberica come Andreas de Silva. De Silva ricoprì per due anni l’incarico di “cantor et compositor” presso la Cappella Sistina, dove è tuttora conservato il suo mottetto Ave Regina caelorum. Tra gli altri stili che caratterizzarono la produzione sacra della Città eterna meritano di essere citati quelli provenienti dalle regioni settentrionali della Francia e dai Paesi Bassi. Tra il 1539 e il 1551 Jacob Arcadelt fece parte della Cappella Sistina, dove ebbe sicuramente modo di conoscere il mottetto di de Silva, che prese come base per la sua messa Ave Regina caelorum. Sebbene oggi qualcuno possa considerare questa operazione una sorta di plagio, in epoca rinascimentale la decisione presa da Arcadelt di scrivere una messa prendendo spunto dal mottetto di un altro compositore era ritenuta un grande omaggio nei confronti di quest’ultimo. A voler essere del tutto sinceri, tra le opere di de Silva e di Arcadelt esistono parecchie differenze, in quanto il mottetto del primo presenta una scrittura rigorosamente legata alla tonalità d’impianto, mentre nella messa Arcadelt introdusse diversi cambiamenti sia nella conduzione delle voci sia nel trattamento del testo. Il programma di questo disco comprende altri due lavori di Arcadelt, il maestoso Pater noster e l’intensissimo Hodie beata virgo Maria. L’anno in cui Arcadelt lasciò Roma per fare ritorno in Francia in città giunse Giovanni Pierluigi da Palestrina. Esponente di spicco di una generazione di musicisti italiani di grande talento, Palestrina arricchì la musica sacra della città papale con centinaia di composizioni, tra le quali spiccano 105 messe, 68 offertori – tra cui il Diffusa est – almeno 140 madrigali e oltre 300 mottetti, tra cui il Senex puerum portabat presentato in questo disco.