Clifford Jordan: These Are My Roots
Esecutore: Clifford Jordan, Roy Burrowes, Julian Priester, Cedar Walton, Chuck Wayne, Richard Davis, Albert HeathSandra Douglas
Autore: Clifford Jordan
Numero dischi: 1
Barcode: 5060149623084
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LP audiophile da 180 grammi
Rimasterizzazione effettuata da Ray Staff presso l’Air Mastering di Lyndhurst Hall, Londra
Clifford Jordan nacque a Chicago, città che vide nascere parecchi jazzisti noti per il loro stile brillante e deciso, tra cui i celebri “tenorsassofonisti duri” come Gene Ammons ed Eddie “Lockjaw” Davis. Pur condividendo la loro ostentata spavalderia, Jordan aveva uno stile nettamente diversi, basato su toni al tempo stesso seducenti e ruvidi nelle note più gravi e acute. Sideman molto apprezzato, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta Jordan prese parte a un gran numero di registrazioni con jazzisti di altissimo livello come Lee Morgan e Max Roach e realizzò diversi album da solista di notevole interesse. Analogamente a quanto succede con il vino, che migliora con il passare degli anni, nei primi anni Settanta lo stile esecutivo di Clifford Jordan si affinò moltissimo, dando vita a linee melodiche fluenti come le increspature di un lago di montagna. Jordan continuò a incidere album e a esibirsi in concerto fino alla sua morte, avvenuta nel 1993. Date queste premesse, questo album, che comprende brillanti reinterpretazioni di celebri brani come “Take This Hammer” e “Goodnight Irene”, non può stupire nessun serio appassionato di jazz. L’anno precedente Jordan era entrato a fare parte della band di Charles Mingus, con la quale aveva registrato l’elettrizzante album live Right Now: Live at the Jazz Workshop. La ricerca sfrenata di sempre nuove prospettive da parte di Mingus, per conservando la consapevolezza dell’importanza del passato e un eclettico insieme di raffinatezza armonica e delle sfrenate esibizioni che si tenevano nei vecchi juke-joint, ha esercitato sicuramente una profonda influenza su Jordan, come si può facilmente notare per esempio in “Da Gray Goose”, che viene vivacizzata su una gradevole variazione sul tema, con il pizzicato del contrabbasso e una batteria scatenata che ispirano gli strumenti solisti, creando un’atmosfera molto coinvolgente. Man mano che la melodia procede, il fuoco viene alimentato da sempre nuovi interventi strumentali, con persino alcuni passaggi virtuosistici del banjo. La cupa musica folk blues di Huddie “Leadbelly” Ledbetter, la cui vita può essere vista come una sorta di storia a metà strada tra William Shakespeare e James Baldwin, con violenze, privazioni, tossicodipendenza, tradimenti, omicidi e lunghi periodi di detenzione in carcere, viene inserita in maniera molto appropriata in una attraente cornice jazz. In ogni caso, il sound della band di Jordan non è sempre morbido e avvolgente, ma spesso si rivela stridente come un’unghia sulla lavagna, come le sonorità di tutti i gruppi che si sono esibiti nei locali di quart’ordine di molti anni fa. In questo disco il brillante e imprevedibile fraseggio di Jordan supera spesso le restrizioni delle rigide convenzioni del folk blues. Realizzato abilmente con un tocco non artigianale, These Are My Roots è un imperdibile album di swing serio, crudo e molto esuberante.
Clifford Jordan, sax tenore
Chuck Wayne, banjo
Richard Davis, contrabbasso
Al Heath, batteria
Cedar Walton, pianoforte
Julian Priester, trombone
Roy Burrowes, tromba
Sandra Douglass, voce
Tracklist
Dick’s Holler
Silver City Bound
Take This Hammer
Black Betty
The Highest Mountain
Goodnight Irene
De Gray Goose
Black Girl
Jolly O The Ransome
Yellow Gal
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