JEF GILSON: Jef Gilson A Gaveau

Esecutore: Woody Shaw, Yvan Jullien, Sonny Grey tromba; François Guin, Raymond Fonsèque, trombone; Michel Portal, Nathan Davis, Henri Jouhaud, sax; Jef Gilson, piano; Bernard Lubat, vibrafono; Alby Cullaz (b); Jacques Thollot, batteria

Autore: Jef Gilson

Numero dischi: 1

Barcode: 3770010277064

Fuori catalogo dal: 01/01/2021

Sam Records
LP
Jazz
2020
SC-SAM10004
2020-09-01
70,00 €
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A differenza di quanto di quanto si potrebbe credere dal titolo, questo disco non presenta la registrazione di un concerto, in quanto i brani originali di Jef Gilson in programma furono incisi un mese dopo questo memorabile evento che ebbe luogo nel mitico Davout, che era stato inaugurato quello stesso anno (prima che venisse chiuso nel 2017, in questo teatro avrebbero registrato i loro dischi i Rolling Stones, i Cure, oltre ad alcuni jazzisti di altissimo livello come Art Blakey e Chet Baker). Il titolo “A Gaveau” significava piuttosto un segno di orgoglio e di soddisfazione per Jef, che ebbe il grande onore di eseguire con una big band un jazz molto ardito, in una sala che fin dal 1907, anno della sua fondazione, aveva ospitato esclusivamente concerti di musica classica. Prima di Gilson, solo Martial Solal aveva portato il jazz in questa sala, esibendosi con un trio tradizionale e realizzando un album dal vivo dal titolo Jazz A Gaveau. Prima che venisse pubblicato questo disco, Jef Gilson era già attivo da anni nel panorama del jazz, in quanto aveva iniziato a dedicarsi a questo genere subito dopo la fine della seconda guerra mondiale al fianco di artisti del calibro di Boris Vian e di Claude Luter. In ogni caso, il suo album d’esordio – già con una band di grandi dimensioni che suonava opere di sua composizione – vide la luce nel 1961, solo quattro anni prima di Jef Gilson A Gaveau, con il titolo più che appropriato di Enfin!. Grazie al suo spirito indipendente e alle sue concezioni al tempo stesso radicali e molto originali del jazz, Jef era un musicista solido e sempre disposto a lavorare con grande impegno. Quando venne pubblicato questo disco, Jef svolgeva già una intensa attività di pianista, compositore, arrangiatore, tecnico del suono, producer e teorico musicale (qualche anno più tardi scrisse addirittura un manuale di armonia, che suscitò accese discussioni). Sotto l’aspetto artistico, Gilson non era disposto ad accettare nessun compromesso, un fatto che lo spinse a curare personalmente anche i più piccoli dettagli di quasi tutti i suoi dischi. In quel periodo la SFP era una piccola etichetta organizzata su base cooperativa, dove i musicisti che non avevano contratti con altre case discografiche potevano fare pubblicare i loro dischi. A questa label fece ricorso per qualche tempo lo stesso Jef, prima che fondasse all’inizio degli anni Settanta la sua etichetta Palm Records. Critico e giornalista della rivista Jazz Hot, era alla costante ricerca di nuovi talenti. Alcuni dei musicisti che presero parte alla registrazione di questo disco avevano circa vent’anni ed erano ancora del tutto sconosciuti, ma in seguito molti di essi si sarebbero affermati nell’empireo del jazz e alcuni continuano a esibirsi in concerto e a registrare dischi ancora oggi. In Francia è ancora possibile assistere ai concerti di Michel Portal, Bernard Lubat e Jacques Di Donato, tre jazzisti di grande talento, che iniziarono la loro carriera nella big band di Jef. Naturalmente, Jef riconobbe immediatamente lo straordinario talento del giovane Woody Shaw, che era stato invitato a trasferirsi a Parigi solo pochi prima dal suo amico sassofonista Nathan Davis, che era già considerato una figura di spicco dai frequentatori dei locali notturni della Ville Lumière. Sia Shaw sia Davis hanno registrato questo disco appena una settimana dopo aver partecipato alle sessioni per l’incisione del secondo album del sassofonista Peace Treaty.

Questa straordinaria riproposizione della Speakers Corner è stata realizzata con tecnologia rigorosamente analogica, utilizzando i nastri analogici originali e un procedimento di rimasterizzazione del tutto analogico, dal master alla testina di incisione. Per finire, va sottolineato il fatto che l’etichetta tedesca ha provveduto a pagare tutte le royalty e tutti i diritti d’autore, un fatto per nulla scontato al giorno d’oggi.

Woody Shaw, tromba

Yvan Jullien, tromba

Sonny Grey, tromba

François Guin, trombone

Raymond Fonsèque, trombone

Michel Portal, sax

Nathan Davis, sax

Henri Jouhaud, sax

Jef Gilson, pianoforte

Bernard Lubat, vibrafono

Alby Cullaz, contrabbasso

Jacques Thollot, batteria

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