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Esecutore: Lonnie Smith, organo; Lee Morgan, tromba (tracks 1, 2, 4 & 5); Bennie Maupin, sax tenore (tracks 1, 2, 4 & 5); Julian Priester, trombone (tracks ; 1, 2, 4 & 5); Melvin Sparks, chitarra; Idris Muhammad, batteria
Autore: Lonnie Smith
Numero dischi: 1
Barcode: 0602465242942
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Un nuovo titolo della Blue Note su UHQCD
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Unanimemente considerato tra gli organisti più brillanti e creativi di tutti i tempi, Dr. Lonnie Smith entrò in contatto per la prima volta con la Blue Note grazie al sassofonista contralto Lee Donaldson, che aveva potuto contare sulla presenza dello straordinario virtuoso di Hammond B3 in alcuni degli album soul jazz più importanti che registrò nell’ultimo scorcio degli anni Sessanta, tra cui Alligator Bogaloo, Mr. Shing-a-Ling e Midnight Creeper, tutti e tre diventati classici intramontabili di questo genere.
Smith non si fece pregare per firmare il contratto che gli proponeva la Blue Note e cominciò subito a registrare, a partire da Think, l’album con cui nel 1968 esordì per l’etichetta americana. Nel gennaio dell’anno seguente Smith fece ritorno nello studio di registrazione di Rudy Van Gelder per incidere il suo secondo album per la Blue Note Turning Point, con una dinamica band di sei elementi, che comprendeva una frontline stellare formata dal trombettista Lee Morgan, dal trombonista Julian Priester e dal tenorsassofonista Bennie Maupin. La sezione ritmica poteva invece contare sull’apporto del chitarrista Melvin Sparks e dal travolgente batterista Leo Morris, passato alla storia del jazz con il nome di Idris Muhammad.
I cinque brani di questo album prodotto da Francis Wolff si aprono con l’elaborata reinterpretazione di “See saw” di Don Covay, un pezzo che l’anno precedente era stato portato al successo da Aretha Franklin. Tra li altri brani di Turning Point meritano di essere segnalati una versione molto rilassata di “People Sure Act Funny” di Titus Turner e Bobby Robinson e una fantasiosa rivisitazione della celebre “Eleanor Rigby” dei Beatles, che riprende il capolavoro di John Lennon e Paul McCartney in una sorprendente chiave soul. Il programma è completato da due brani originali di Smith, tra cui la fumante “Slow High” e l’ampio brano che chiude l’album, che entra in scena dopo un’introduzione in rubato dello stesso Smith.
Lonnie Smith, organo; Lee Morgan, tromba (track 1, 2, 4 e 5); Bennie Maupin, sax tenore (track 1, 2, 4 e 5); Julian Priester, trombone (track 1, 2, 4 e 5); Melvin Sparks, chitarra; Idris Muhammad, batteria
See Saw
Slow High
People Sure Act Funny
Eleanor Rigby
Turning Point
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