RUN DMC. Raising Hell (Special Edition in Super Vinyl - Edizione Limitata numerata)

Rimasterizzazione effettuata a partire dai nastri originali

Tiratura limitata a sole 2000 copie per tutto il mondo

Valutazione di 3,5/5 (qualità artistica) e 5/5 (qualità tecnica) sul numero di febbraio 2021 di The Absolute Sound

Uno degli album più carismatici, fantasiosi e vigorosi della storia del disco: Raising Hell dei Run DMC ha portato di diritto l’hip-hop tra i generi mainstream

Un programma entrato nella leggenda, che comprende il grande successo crossover “Walk This Way”

Questo SACD ibrido della Mobile Fidelity si colloca a un livello sonoro incomparabilmente più alto rispetto alla pionieristica produzione di Rick Rubin

L’album dei Run DMC Raising Hell è unanimemente considerato il punto di svolta, che consentì al genere dell’hip-hop di superare le barriere apparentemente invalicabili che lo separavano dalla musica mainstream per rimanervi di diritto. Imperniato intorno al grandissimo successo crossover “Walk This Way”, questo straordinario album pubblicato per la prima volta nel 1986 appare ancora oggi in tutta la sua travolgente carica rivoluzionaria. Semplicemente, questo celebre disco possiede tutti gli ingredienti in grado di garantire un successo planetario, dai riff hard rock, agli scratch di giradischi e dai ritmi coinvolgenti a brani entrati nelle hit-parade di tutto il mondo, per non parlare dei vigorosi passaggi rap e dalla azzeccatissima chimica che unisce il trio. Grazie a questa imperdibile edizione della Mobile Fidelity, oggi Raising Hell è il primissimo album rap a ricevere l’onore di una accurata rimasterizzazione di qualità audiophile.

Rimasterizzata a partire dai nastri originali e stampata in appena 2000 copie numerate per tutto il mondo, questa insuperabile ristampa su SuperVinyl della Mobile Fidelity porta Raising Hell alla strepitosa qualità sonora che merita di diritto la sua straordinaria importanza musicale e culturale. Inserito dall’autorevole rivista Rolling Stone al 123° posto nella classifica degli album più grandi di tutti i tempi e addirittura al 43° posto della classifica degli album più importanti degli anni Ottanta elaborata da Pitchfork, questo album è entrato anche nella Top 100 degli album migliori di sempre di Time e fa parte di pressoché tutti i “Best of”, a partire da Spin, Past, XXL, Entertainment Weekly e tutti gli outlet più importanti, un onore che va ad aggiungersi ai suoi tre Dischi di Platino.

Con la sua amplissima escursione dinamica e la sua straordinaria trasparenza, Raising Hell scatena una cascata di poderose sonorità e uno tsunami di dettagli in frequenza, sottolineati dalla produzione tesa e nitida di Rick Rubin, che viene ulteriormente esaltata da toni crudi e realistici. Proprio come la band del Queens definì ciò che l’hip-hop poteva rappresentare – e mostrò quanto grande potesse diventare – il lavoro di Rubin fondeva melodie estremamente orecchiabili, sapienti loop di batteria, un sound di chitarre che tendeva al metal e, naturalmente, il lirico interplay di Run DMC in pezzi che scoppiano di idee, toni, sfumature e ritmo. Riascoltato su questo straordinario SuperVinyl della Mobile Fidelity, Raising Hell appare a tutti gli effetti l’equivalente sonoro di un classico degli anni Settanta ripreso direttamente dalla console. E presenta un impatto semplicemente devastante.

Per quanto riguarda l’aspetto musicale, Raising Hell è tuttora considerato tra gli album – sia rap sia di altri generi – più influenti, fantasiosi e vigorosi di sempre. Molti degli artisti più famosi dei giorni nostri come Ice-T, Eminem, Jay-Z e Chuck D dei Public Enemy – che hanno lo hanno spesso definito tra I loro dischi preferiti in assoluto e «il primo disco che mi ha fatto capire che questo genere avrebbe trovato piena espressione anche negli studi di registrazione» – hanno parlato in termini estremamente lusinghieri sulla sua brillantezza.

Non varrebbe poi nemmeno la pena di citare il “Walk This Way”, entrato nella Top Five dei singoli, la cui incontenibile potenza ha contribuito a riportare Steven Tyler e Joe Perry degli Aerosmith sotto la luce dei riflettori per la prima volta dopo quasi un decennio.

Il resto del programma comprende altri brani di grande interesse, che si tratti dei giri vertiginosi, del gioco di parole ai limiti dell’equivoco e dell’ecletticità di “My Sharona”, che va a braccetto con “Mickey”, della chiassosa “It’s Tricky”, i poderosi toni bassi e l’oscillazione deformata del giradischi dell’isterica “You Be Illin”, l’inerzia accentuata dalle campane dell’ormai iconica “Peter Piper” e il percussivo attacco della voce della funky “Is It Live”. Con Raising Hell si ottengono risposte sempre affermative, una sensazione che viene rafforzata dal fatto che la band aveva sempre qualcosa di interessante da dire.

Considerati a tutti gli effetti, tra i massimi esponenti dell’età d’oro dell’hip-hop, i Run DMC non si sono mai fatti coinvolgere dalla negatività e dalla misoginia che in seguito avrebbero caratterizzato questo genere, proponendo anzi brani molto positivi sull’identità (come il biografico e innovativo “My Adidas”), sull’etica del lavoro (“Perfection”) e – soprattutto – sull’orgoglio personale (come per esempio “Proud to Be Black”, che si ispira alle esperienze di Harriet Trubman e di Malcolm X). Dopo questo album, le eleganti strade lastricate delle grandi città, i viali alberati dei centri periferici e le sconfinate distese di campi coltivati a granoturco delle regioni rurali non sarebbero più state le stesse. E declinare con il giusto tempo i ritmi rock di un verso in rima divenne assai più complicato che in precedenza.

Run DMC

Peter Piper

It’s Tricky

My Adidas

Walk This Way

Is It Live

Perfection

Hit It Run

Raising Hell

You Be Illin’

Dumb Girl

Son Of Byford

Proud To Be Black