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BOB DYLAN: Good As I Been to You

Esecutore: Bob Dylan

Autore: Bob Dylan

Numero dischi: 1

Barcode: 0196588612725

SACD Ibrido
Pop/Rock
2024
MUDSACD2258
2024-03-01
40,00 €
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Una nuova straordinaria edizione dell’album acustico registrato da Bob Dylan nel 1992

Una gemma tuttora ingiustamente sottovalutata della discografia del Bardo

SACD ibrido stereo in edizione limitata con una trasparenza e una resa dei dettagli semplicemente sensazionali

Circa 30 anni prima di pubblicare The Philosophy of Modern Song – un illuminante libro imperniato su 66 brani che avevano esercitato una profonda influenza sia sulla sua carriera sia sul mondo della musica in generale – Bob Dylan diede alle stampe Good As I Been to You. Questo sottovalutato disco del 1992 – l’unico album acustico realizzato da Dylan nell’arco di quasi 30 anni e il primo composto esclusivamente da cover in 20 anni – può essere visto come un preludio profetico alla direzione che avrebbe preso l’ultima fase della carriera del grande cantautore, vincitore tra le altre cose anche di un Premio Nobel. In ogni caso, Good As I Been to You non guarda solo al futuro, ma rappresenta anche l’appassionante prosecuzione della poetica che Dylan aveva fatto propria fin dalla prima volta che mise le mani su una chitarra.

Oggi possiamo dirlo senza alcuna tema di smentite, Good As I Been to You tocca un livello di qualità artistica che Dylan raggiunse solo in pochi casi.

Realizzato a partire dai nastri originali, questo SACD ibrido a tiratura limitata di Good As I Been to You della Mobile Fidelity riesce a evocare con incredibile immediatezza l’atmosfera vivace e tutti i dettagli sonori della sessione di registrazione che ebbe luogo nello studio sistemato per l’occasione nel garage californiano di Bob Dylan.

Semplice, sincero e assolutamente privo di filtri, questo album presenta Dylan in piena forma e mette in mostra una varietà di fraseggi vocali, accordi soul, passaggi di armonica e atmosfere ravvicinate che in questa riedizione emergono come non era mai successo in nessun’altra ristampa precedente.

Registrato e missato da Micajah Ryan e supervisionato da Debbie Gold, Good As I Been to You ha preso forma a casa di Dylan poco dopo che il cantautore aveva completato le sessioni a Chicago con una band completa. In questo album senza accompagnamento Dylan si orientò nuovamente verso brani già esistenti – in questo caso, musica folk tradizionale – e, con la Gold che fungeva da fidato consigliere, cantò questi brani in diverse tonalità e tempi, fino a quando non ottenne ciò che desiderava. Questo approccio organico, attento e determinato, ma al tempo stesso sciolto, traspare da questa ristampa, in cui ogni nota, movimento e spazio vengono percepiti in modo più diretto, completo e immediato rispetto ai formati originali. Questa caratteristica contribuisce a tracciare una linea di collegamento con Another Side of Bob Dylan (1964), con il suo seguito a tema simile, World Gone Wrong (1993) e con l’immersiva narrazione del vecchio mondo di Tempest (2012) e Rough and Rowdy Ways (2020).

Molto prima di registrare gli album ancora molto amati dagli appassionati del XXI secolo, Dylan aveva però bisogno di trovare una via d’uscita dal funk che – a parte l’album Oh Mercy, realizzato nel 1989 in collaborazione con Daniel Lanois – aveva caratterizzato il suo stile per parecchi anni. Come scrisse il critico Clinton Heylin, nel 1997Dylan ammise: «Le mie influenze non sono cambiate e ogni volta che l’ho fatto, la mia musica è andata in un posto sbagliato. Per questo ho registrato due album di vecchie canzoni, per poter finalmente tornare alla musica che è più vicina al mio essere».

Si tratta di una grande verità, in quanto poche immagini riescono a descrivere meglio Good As I Been to You, che possiede un’originalità, una schiettezza, un vigore e una rilevanza che sfidano l’età e il tempo, della fondamentale Anthology of American Folk Music, che accese l’immaginazione di Dylan quando era bambino in una piccola città del Minnesota e che, in seguito, secondo il libro That Old Weird America di Greil Marcus, influenzò visibilmente le sessioni di registrazione di Basement Tapes di Dylan e della Band. Questo disco contiene anche il tipo di musica che Dylan suonava durante i set acustici del suo Never Ending Tour; prima che passasse un anno dalla prima uscita del disco, Dylan avrebbe suonato dal vivo metà delle canzoni dell’album.

I brani in programma sono intrisi di strani misteri, circostanze comuni e avventure epiche, con storie che fanno appello ai nostri istinti più profondi. I loro temi – gelosia, tentazioni, spirito di sacrificio, amore, vendetta, identità e opportunità – operano a un livello fondamentalmente umano, senza alcuna distinzione di tradizioni, generazioni o epoche. I testi sono al tempo stesso antichi e moderni, seri e comici, aperti e mascherati, semplici e stratificati. Parlano di vendetta e giustizia (“Frankie & Albert” e “Jim Jones”), di romanticismo e tenerezza (“Tomorrow Night”, “Froggie Went a Courtin”), di persone con e senza problemi (“Hard Times”, “Sittin’ on Top of the World”), danno voce agli amanti disprezzati e liberati (“Blackjack Davey”), alle persone sfruttate (“Diamond Joe”), ai potenti e agli impotenti (“Arthur McBride”, “Canadee-I-O”), a chi influenza e ai seguaci (“Little Maggie”). E come avviene nella maggior parte dei migliori album di Dylan, le cose non sono mai esattamente come sembrano.

Spaziando tra country, folk, bluegrass e blues, Good As I Been to You riconferma la posizione di Dylan come cantautore di élite, non solo di brani piacevoli in se stessi ma anche di emozioni. Dylan interpreta i brani come se li conoscesse da sempre. Il Bardo sfoggia una sottile malizia e mantiene un contegno ampiamente ottimista, al punto che mentre canta e suona i suoi occhi sembrano scintillare. La sua chitarra funge da guida per gli shuffle, i boogie e le ballate, mentre la sua innata sensibilità per ogni specifico arrangiamento e melodia contribuisce a delineare nella maniera migliore il ritmo, il tono e gli attacchi.

Come un grande autore, Dylan capisce l’importanza di utilizzare uno stile conciso per attirare il pubblico, mantenere la sua attenzione e massimizzare l'impatto di dettagli, azioni e svolte inaspettate. Nonostante la sua ruvidezza, la sua voce possiede il timbro ideale per l’argomento trattato e il suo fraseggio è semplicemente eccezionale, come si può notare dal modo molto intelligente con cui allunga le sillabe per sottolineare i significati nei colpi di scena a sorpresa di “Canadee-I-O” e dalla pura gioia che prova nel cantare “rowdy-dow-dow” nella canzone di protesta “Arthur McBride”.

Bob Dylan

Frankie & Albert

Jim Jones

Blackjack Davey

Canadee-I-O

Sittin’ on Top of the World

Little Maggie

Hard Times

Step It up and Go

Tomorrow Night

Arthur McBride (Remastered)

You’re Gonna Quit Me

Diamond Joe

Froggie Went a Courtin’

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