AA.VV.: Orgelpunkt - Organo Saurer di Die Glocke di Brema

Principale di 16 piedi Quando nel 1928 il grande organo della Glocke di Brema venne ufficialmente consegnato al pubblico dei concerti, i critici dell’epoca non riuscirono a nascondere la loro grande soddisfazione per la perfetta simbiosi tra questo straordinario strumento uscito dalla bottega organaria Sauer e l’eccezionale acustica della sala da concerto. In seguito l’organo è riuscito a sopravvivere alle terribili devastazioni della seconda guerra mondiale senza riportare apparentemente alcun danno e pochi anni fa è stato sottoposto a un completo restauro, dopo essere stato lasciato per molto tempo in uno stato di quasi totale abbandono. Oggi su questo strumento, che costituisce uno dei principali vanti dell’arte organaria tedesca, è stato realizzato per la prima volta un SACD ibrido multicanale, che può dimostrare come sia in grado di «riprodurre alla perfezione la letteratura organistica sia del passato sia del presente». Schwiegel di due piedi Questo è quanto si legge nella relazione stilata a seguito della consegna dell’organo e questo giudizio quanto mai lusinghiero viene oggi messo alla prova da quattro virtuosi del calibro di Stephan Leuthold, Felix Mende, David Schollmeyer e Lea Suter, che eseguono un programma estremamente composito, che spazia dalle ardite architetture polifoniche di Johann Sebastian Bach alle sonorità novecentesche di Maurice Duruflé. Questa scelta quanto mai eclettica viene resa possibile dal fatto che nel suo strumento ultramoderno per l’epoca Sauer aveva aggiunto una serie di registri basati sui modelli di Praetorius e di Silbermann, che consentono di eseguire in maniera stilisticamente del tutto appropriata i capolavori del grandi maestri del Barocco. Questo strumento a quattro manuali è dotato di una trasmissione pneumatica, una caratteristica del tutto ovvia per l’epoca in cui fu costruito, ma che rappresenta un fatto molto raro per gli estimatori della prassi esecutiva barocca dei giorni nostri. Corno notturno di otto piedi In ogni caso, questo strumento può essere apprezzato in tutto il suo splendore in opere che ne mettano in risalto le sonorità fluttuanti e ricche di sfumature timbriche, come il Tema con Variazioni op. 115 di Marco Enrico Bossi e i brani di Joseph Jongen, che appaiono chiaramente influenzati dallo stile dell’Impressionismo francese. Più in particolare, la Consolation di Franz Liszt rivela un’atmosfera sognante e lontana anni luce dalle miserie terrene grazie alla sapiente scelta dei registri, che porta il virtuosistico finale della Sinfonia n. 6 per organo di Louis Vierne a una scatenata conclusione. Unda maris da otto piedi L’organo Sauer della Glocke di Brema è con ogni probabilità l’unico strumento del suo genere sopravvissuto – per lo meno in Germania. La sua straordinaria disposizione fonica viene esaltata al massimo grado grazie alla magistrale scelta dei registri dei quattro grandi organisti e può essere apprezzata in tutto il suo splendore tramite l’esaltante immagine tridimensionale garantita da questo SACD ibrido multicanale, che è stato prodotto con le tecnologie più avanzate, prestando una grande attenzione anche ai più piccoli dettagli.

Lea Suter, Stephan Leuthold, Felix Mende e David Schollmeyer, organo

Felix Mendelssohn (1809-1847)

Preludio e Fuga in mi minore op. 35 n. 1

Marco Enrico Bossi (1861-1925)

Tema con Variazioni op.115

Franz Liszt (1811-1886)

Consolation

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542

Jehan Alain (1911-1940)

Deuxième Fantaisie

Maurice Duruflé (1902-1986)

Sicilienne (Suite op. 5)

Toccata (Suite op. 5)

Joseph Jongen (1873-1953)

Chant de Mai op. 53 n. 1

Scherzetto op. 108 n. 1

Louis Vierne (1870-1937)

Finale (Sinfonia n. 6 in si minore per organo op. 59)