George Antheil possedeva un temperamento bizzarro e sfrenato e amava atteggiarsi a bad boy, definizione che viene riportata non senza una punta di compiacimento nella sua autobiografia. Tuttavia il compositore americano non si limitava a scandalizzare e a scioccare il mondo musicale decisamente conservatore con cui si trovava a fare i conti tutti i giorni, ma si impegnava seriamente per esprimere la sua personalissima estetica. «Desidero conquistare il mondo. Sento dentro di me una grandezza che nessuno ha mai provato. Aprirò una nuova via». Queste parole sintetizzano con grande efficacia il manifesto artistico che Antheil perseguì per tutta la sua vita, dallo scandaloso Ballet Mécanique alle sinfonie della piena maturità. Prestando grandissima attenzione a tutto quanto avveniva intorno a lui, Antheil creò uno stile estremamente originale, nel quale trovavano posto la stringatezza e la ritmica accentuata tipiche dei primi decenni del XX secolo, il jazz e le opere di compositori diversissimi come Stravinsky e Sibelius. Pienamente consapevoli delle sue singolari peculiarità, Markus Becker ed Eiji Oue ci offrono un Antheil molto coinvolgente, dai toni jazz semplicemente irresistibili.
Tracklist
George Antheil (1900-1959)
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1
Concerto per pianoforte e orchestra n. 2
A Jazz Symphony
Jazz Sonata
Can-Can
Sonatina
Death of Machines
Little Shimmy