A.V.: CANTI RUSSI

Questo stimolante recital, che vede protagonisti due tra i più acclamati interpreti inglesi, riunisce quattro diversi cicli di opere per voce e pianoforte di altrettanti grandi maestri del genere. A partire dallinizio del XIX secolo qualsiasi musicista desideroso di emergere doveva scrivere canzoni, che verso la metà del secolo iniziarono ad assumere un caratteristico sapore russo. In brevissimo tempo La camera dei bambini di Mussorgsky raggiunse una vasta fama, diventando una delle raccolte più importanti del repertorio. Circa mezzo secolo più tardi Sergei Prokofiev musicò le Cinque poesie di Anna Akhmatova; nella speranza di mitigare la sua fama di enfant terrible, Prokofiev non poté che meravigliarsi del favore con cui venne accolta la sua op. 27: «dopo avere ascoltato questa raccolta, molti pensavano che questa fosse la prima volta che scrivevo musica dallandamento lirico». Ereditando da Prokofiev lo status di principale compositore russo e, con esso, i crismi dellufficialità conferiti dal nuovo regime sovietico Dmitri Shostakovich trovò il tempo di scrivere opere molto personali come Satiri: composte in un periodo molto difficile per Shostakovich, queste liriche abbinano una musica apparentemente allegra e leggera a testi di amaro disinganno. Shostakovich fu uno dei primi musicisti ad ascoltare il ciclo Leco del poeta di Benjamin Britten. Intesa in un primo tempo come esercizio per migliorare il proprio russo irrimediabilmente zoppicante, questopera di Britten riuscì a esprimere alla perfezione lessenza delle emozioni umane che pervadono le poesie di Pushkin.