

Esecutore: Miles Davis, tromba; Julian "Cannonball" Adderley, sax soprano: Bill Evans e Winton Kelly, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Jimmy Cobb, batteria
Autore: Miles Davis
Numero dischi: 2
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Tutti i mastertape della Hemiolia Records sono accompagnati da un certificato di autenticità A4P (Analog Four Phases) che garantisce una completa coerenza analogica in ogni fase della produzione.
I nostri nastri master in vendita sono realizzati in modalità copia 1:1, utilizzando due registratori Otari MTR 15 con calibrazione ottimizzata dell’unità di registrazione su ogni nastro bianco utilizzato.
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Restauro e rimasterizzazione effettuati da Pietro Bernini. Hemiolia's Edition 2018/2019
Le vere leggende non tramontano mai. Se è mai esistito un album che meritava di essere riproposto su un supporto ad alta fedeltà stampato su misura, questo è senza dubbio Kind of Blue di Miles Davis. L’album jazz più venduto di tutti i tempi è stato lodato da schiere di critici, addetti ai lavori e semplici appassionati, è entrato regolarmente nelle classifiche dei “Best Of” e nelle Hall of Fame, ed è universalmente ritenuto una registrazione di riferimento – un capolavoro con cinque brani intrisi di una sottile vena malinconica e di un’intensa melodiosità. A distanza di oltre 60 anni dalla sua prima uscita, Kind of Blue continua a essere uno degli album più ascoltati e studiati della storia del jazz, una imprescindibile pietra miliare per molti giovani musicisti e uno dei capolavori più trascendenti mai fissati su disco. Nei cinque brani in programma Davis suonò la sua magica tromba in maniera semplicemente sublime, potendo contare su un sestetto di altissimo livello che comprendeva il pianista Bill Evans, il batterista Jimmy Cobb, il contrabbassista Paul Chambers e i sassofonisti John Coltrane e Julian “Cannonball” Adderley, con la partecipazione del pianista Wynton Kelly in “Freddy the Freeloader”.
Kind of Blue non è solo il disco in assoluto più famoso di Miles Davis, ma anche una evidente testimonianza del suo approccio sperimentale, che contribuì a semplificare drasticamente il linguaggio del modern jazz, tornando alla melodia a scapito delle complesse architetture accordali che si erano affermate nel corso di quegli anni. Su questo tema, Davis espresse tutta la sua riprovazione in un’intervista rilasciata nel 1958 all’autorevole The Jazz Review, nella quale affermò: «Negli ultimi anni la musica è diventata troppo elaborata […] Ci sono pochi accordi, ma infinite possibilità di combinarli». Sotto questo aspetto, Kind of Blue è invece tutto melodia e atmosfera. Nessuno dei musicisti che presero parte alla realizzazione di questo album aveva mai suonato nemmeno uno dei brani in programma prima di entrare in sala di registrazione per le due sessioni che si tennero all’inizio della primavera del 1959. In effetti, Miles aveva portato a termine gli arrangiamenti della maggior parte di questi brani solo poche ore prima dell’inizio dell’incisione. Inoltre, Miles rimase fedele alla sua consolidata abitudine di non effettuare alcuna prova prima di ogni sessione di registrazione e di incidere ogni brano in un solo take, senza alcun taglio di montaggio. Miles rimase sempre orgoglioso di questo disco, eseguendone in concerto per anni almeno due brani – “So What” e “All Blues” – prima che il suo percorso artistico lo conducesse in un’altra direzione.
Va anche detto che Kind of Blue poté contare su una serie di congiunture estremamente favorevoli, in quanto venne registrato nel 1959, epoca che coincide con l’età d’oro dell’alta fedeltà e con il rapido avvento di fondamentali innovazioni nella tecnica di registrazione (tra cui l’introduzione del nastro magnetico e dei microfoni a condensatore di alta qualità) e di vistosi miglioramenti negli impianti di riproduzione sonora a disposizione degli appassionati (legati soprattutto alla diffusione degli LP, di giradischi di alto livello e di altri componenti stereofonici). Per Kind of Blue Miles poté anche contare sui grandi benefici derivanti dal fatto di avere firmato un contratto con la più grande casa discografica di quegli anni, la Columbia Records, che faceva parte della potente holding mediatica della CBS. In quel periodo la Columbia Records aveva sia i mezzi sia la lungimiranza di investire nella tecnologia di registrazione più avanzata, che le permisero di farsi costruire studi di registrazione estremamente professionali. Questo nastro offre la possibilità di apprezzare un’immagine sonora semplicemente straordinaria, che invita gli appassionati ad ascoltare da vicino per immergersi in un mondo del tutto nuovo.
Miles Davis, tromba; Julian “Cannonball” Adderley, sax soprano: Bill Evans e Winton Kelly, pianoforte; Paul Chambers, contrabbasso; Jimmy Cobb, batteria
So What
Freddie Freeloader
Blue In Green
Flamenco Sketches
All Blues
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