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Esecutore: Stone Temple Pilot
Autore: Stone Temple Pilots
Numero dischi: 1
Barcode: 0821797229463
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Se la grande arte, come molti credono, è intrinsecamente polarizzante, allora Tiny Music... Songs from Vatican Gift Shop degli Stone Temple Pilots è senza dubbio l’album più bello della band californiana. Celebrato e criticato allo stesso tempo all’epoca della sua prima uscita, nella primavera del 1996, il terzo album di lunga durata degli Stone Temple Pilots vede il cantante Scott Weiland e il resto della band ampliare la loro tavolozza grunge con un intelligente mix di glam rock, musica psichedelica, jangle pop e altri stili affini. Avendo beneficiato di una rivalutazione a lungo termine che ha eliminato i pregiudizi e la meschinità delle critiche iniziali, questo album vincitore di due Dischi di Platino è oggi considerato, a ragione, un capolavoro creativo. A maggior ragione merita una produzione di riferimento.
Sotto la supervisione del producer Brendan O’Brien, gli Stone Temple Pilots hanno utilizzato di volta in volta camere da letto, corridoi, bagni e il prato per ricreare una vasta gamma di sonorità, spazi acustici e atmosfere, una scelta che ha contribuito a sottolineare l’ovvia (e – sotto molti aspetti – imprevedibile) transizione della band dal normale status di “gruppo alternativo” a formazione con aspirazioni che andavano oltre quelle di gran parte delle band attive nello stesso periodo. Grazie a questa nuovissima ristampa è possibile ascoltare un incredibile numero di dettagli e di sfumature sonore con una trasparenza, una presenza e una portata fino a questo momento assolutamente inimmaginabili, che aggiunge anche l’impatto e la forza che ogni disco rock merita. Tra le altre qualità di questa riedizione, meritano di essere citate la profondità, la consistenza e la perfetta intonazione della voce di Weiland.
Nonostante i ritornelli contagiosi e le melodie accattivanti che hanno contribuito a rendere così noto Tiny Music... Songs from the Vatican Gift Shop, le performance vocali del defunto cantante sono senza dubbio le migliori che il compianto Weiland abbia mai registrato. Nientemeno che Billy Corgan degli Smashing Pumpkins – che, come molti suoi colleghi e critici, ha sentito l’urgente necessità di rivalutare questo disco con il passare del tempo e il venir meno dell’importanza attribuita alla scena “alternativa” – ha elogiato gli sforzi di Weiland osservando «Come Bowie può fare e in effetti fa, è stato il fraseggio di Scott a spingere la sua musica in una sfera sonora estetica unica e difficile da definire».
Morbide e diverse, queste caratteristiche sono presenti in tutti i brani di Tiny Music... Songs from the Vatican Gift Shop. Dalla sapiente combinazione di vicinanza emotiva e distanza che porta alla coinvolgente – anche se in definitiva malinconica – “Lady Picture Show”; alla ballata lounge-fly che fa oscillare leggermente “And So I Know” come il brano finale di una band house dagli occhi annebbiati in un bar alle 4 del mattino; alla disinvolta freddezza e alla casualità laissez-faire che esprime nella graffiante “Pop's Love Suicide”; alla raucedine dimensionale, all’energia ribelle e al lamento sfrenato che attraversano la brillante “Big Bang Baby”.
Quest’ultimo brano, il primo singolo dell’album e – secondo Weiland – consapevole tentativo della band di rimettere in discussione i suoi approcci precedenti, prende chiaramente in prestito “Jumpin’ Jack Flash” dei Rolling Stones. Per questo motivo, questo brano ha attirato ogni tipo di critica da parte dei detrattori. Il loro disprezzo si è esteso alla maggior parte del programma di Tiny Music... Songs from the Vatican Gift Shop, che fa indirettamente riferimento ad altri artisti di valore come i Beatles, i Cheap Trick, T. Rex e Lush. Quei cinici non hanno capito che gli Stone Temple Pilots stavano rendendo omaggio ad alcuni dei più grandi protagonisti del panorama musicale di quegli anni e si stavano divertendo e persino Weiland – all’epoca alle prese con gravi problemi legali e di abuso di sostanze – era coinvolto in questa faccenda.
Gli scettici degli Stone Temple Pilots hanno anche prestato orecchio alla stellare maestria pop dei dischi, ai ganci appiccicosi e al commento sornione sulle macchinazioni dell’industria musicale e sulla fama. Per non parlare delle intenzioni della band, rese chiare fin dall’inizio. In un’intervista del 1994, il chitarrista Robert DeLeo dichiarò: «L’ultima cosa che volevo fare con questa band era far credere a tutti che avevamo inventato qualcosa».
Visto attraverso quella lente e con il senno di poi che la storia talvolta ci concede e apprezzato al di là degli standard di autenticità ipocriti dell’epoca, Tiny Music... Songs from the Vatican Gift Shop sembra quasi spavaldo, pur soddisfacendo con autorevolezza tutti i requisiti di divertimento, buon gusto e raffinatezza. In parte ironica parodia, in parte omaggio all’era del glitter rock e in parte dito medio rivolto al pubblico hipster che non sapeva cosa si stava perdendo, questo classico della metà degli anni Novanta invita in continuazione ad abbassare la puntina e a premere play.
Stone Temple Pilot
Press Play
Pop’s Love Suicide
Tumble in the Rough
Big Bang Baby
Lady Picture Show
And So I Know
Trippin’ on a Hole in a Paper Heart
Art School Girl
Adhesive
Ride The Cliché
Daisy
Seven Caged Tigers
Non disponibile
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