MELVIN TAYLOR & THE SLACK BAND: Melvin Taylor & The Slack Band
Esecutore: Melvin Taylor & The Slack Band
Autore: Melvin Taylor & The Slack Band
Numero dischi: 1
Barcode: 5060149623718
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LP audiophile da 180 grammi in tiratura limitata
Rimasterizzazione effettuata da Cicely Baston presso l’Alchemy/AIR Mastering di Londra
La pubblicazione negli Stati Uniti dei due album di Melvin Taylor avvenuta all’inizio degli anni Ottanta da parte dell’etichetta Evidence, si è rivelata un decennio più tardi un’introduzione choccante a un chitarrista blues che sembrava essere esploso dal nulla – per lo meno, per chi non frequentava il Rosa’s Lounge di Chicago, dove Taylor suonava di solito. “Sfolgorante” è anche l’aggettivo giusto, perché Taylor è un massimalista, che sprigiona torrenti di note in grado di riempire ogni spazio. Al di là di gni considerazione, Taylor è un musicista così convincente che il concetto di “campione della chitarra blues” potrebbe rivelarsi molto appropriato, anche per gli appassionati stufi marci di ogni eccesso, che non hanno mai pensato di dire frasi come: “Cavolo, con la sua chitarra Melvin Taylor può suonare (aggiungete l’imprecazione più pittoresca che vi viene in mente)”. Melvin Taylor & the Slack Band è un album piuttosto semplice, un trio di base con sovraincisioni minime, voci nello stile di Albert King e un azzeccato mix di brani originali e cover molto classiche. Il programma si apre con “Texas Flood”, che vede Taylor scatenarsi su un blues lento, cambiando costantemente il suo modo di suonare con blitz di wah-wah scelti come principali assi nella manica.
«I brani originali “Depression Blues” e “Groovin’ in New Orleans” contribuiscono ad aggiungere un tocco funk, mentre “Talking to Anna Mae” è un pezzo boogie di Chicago in cui Taylor brilla. In ogni caso, Taylor appare ancora di più nel suo elemento nel disadorno blues lento “Tin Pan Alley” e in “Don’t Throw Your Love on Me So Strong” di King. A caratterizzare maggiormente lo stile esecutivo di Taylor la velocità concorre solo in parte, mentre il ruolo più importante spetta al fraseggio, con fermate e ripartenze inattese, vertiginose linee melodiche, raffiche spigolose e ardenti e passaggi del tutto imprevedibili. Le altre cover presentano momenti di maggiore e minore interesse, con “T-Bone Shuffle” che passa quasi inosservata, mentre “All Your Love” e “Voodoo Chile” di Otis Rush meritano di essere ascoltate con la massima attenzione, anche se quest’ultima non aggiunge nulla al famoso workout wah-wah di Hendrix. In realtà, Taylor non suona in modo così radicale, come se stesse giocando per stabilire le credenziali del circuito blues mettendo la sua impronta su brani familiari più che indulgere in spunti anticonformisti, come la morbida reinterpretazione lounge jazz di “Tequila” dei Champs. In ogni caso, il suo modo di suonare raggiunge spesso livelli elettrizzanti e Melvin Taylor & the Slack Band è raccomandato a chiunque, soprattutto ai fan di Stevie Ray Vaughan, ma anche a chi è alla ricerca di un nuovo chitarrista blues» (Don Snowden, AllMusic.com, 4/5 stelle).
Melvin Taylor & The Slack Band
Lato A
Texas Flood
Depression Blues
Grooving In New Orleans
Talking To Anna Mae
Tin Pan Alley
Lato B
All Your Love (I Miss Loving)
Don’t Throw Your Love On Me So Strong
T-Bone Shuffle
Voodoo Chile (Slight Return)
Tequila
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