SCHILLINGS: Quartetti per archi

L’espressione musicale dell’art nouveau

Oggi la maggior parte del pubblico che frequenta le sale da concerti continua a pensare a Max von Schillings soprattutto come a un compositore di opere liriche. Nel corso della sua vita Schillings godette di una grandissima fama, soprattutto in Germania, mentre oggi viene purtroppo largamente trascurato. Per fortuna, la CPO ha contribuito a gettare luce sulla sua pregevole produzione con una serie di dischi di grande interesse. Quello che molti non sanno è che Schillings si dedicò completamente al repertorio cameristico sia all’inizio sia alla fine della sua carriera di compositore. Composto nel 1887, il Quartetto in mi minore per archi è un’incantevole opera giovanile, che consentì a Schillings di avanzare autorevolmente le sue credenziali sia di prosecutore del verbo wagneriano sia di talentuoso autore specializzato nel repertorio romantico, con qualche influsso del Classicismo. Al contrario, il Quintetto per archi op. 32 del 1917 è un’opera della piena maturità, che rivela l’immagine di un artista dotato di una magnifica espressività, che continuò a essere influenzato visibilmente dalla sua esperienza wagneriana, senza comunque ignorare gli sviluppi stilistici che stavano fiorendo intorno a lui. Queste opere sono vere e proprie gemme della cultura fin de siècle e una gradevolissima scoperta nell’espressiva interpretazione del Wiener Streichquintett, guidato dal primo violino Thomas Christian.