SUK: Integrale quartetti per archi

«Nel 1912, quando venne eseguito per la prima volta il mio secondo quartetto per archi a Berlino, tra il pubblico si scatenò un pandemonio che raggiunse quasi i toni di una vera e propria rissa. Da un lato si sentivano applausi e grida di ammirazione e dall’altro espressioni di disgusto e sonori fischi. Persino Schönberg, che tende a dare un significato e un valore molto particolare ai fiaschi, si rivelò invidioso di questa situazione che mi vedeva protagonista. Con questo voglio dire che la mia generazione ha dovuto combattere spesso duramente per i suoi ideali e ha dovuto attendere troppo – e in alcuni casi sta ancora spettando – per ottenere una onesta e piena considerazione dei suoi sforzi per concepire un nuovo linguaggio musicale, destinato nella maggior parte dei casi a diventare la base per le ambiziose aspirazioni dei compositori della nuova generazione». Queste frasi non sono state scritte da un anarchico rivoluzionario, ma da Josef Suk, uno degli esponenti più morbidi del Tardo Romanticismo, nonché genero di Antonín Dvorák. In ogni caso, il suo Quartetto n. 2 per archi è senza dubbio la sua opera più moderna e innovativa e riveste un ruolo di grande importanza nella letteratura cameristica del Tardo Romanticismo. Il Minguet Quartet presenta in questo cofanetto doppio tutte le opere per quartetto d’archi di Suk, con la partecipazione di Matthias Kirschnereit per il Quintetto per archi e pianoforte. Da questo lavoro giovanile – che trovò un grande favore anche presso il solitamente ipercritico Johannes Brahms – al citato Quartetto n. 2 Suk ci accompagna in un microcosmo di sorprendente bellezza, che merita di essere riscoperto ai massimi livelli. Un’esperienza d’ascolto davvero esaltante!