Godard Benjamin: Sinfonie Op.23 & Op.57

Benjamin Godard studiò composizione con Napoléon-Henri Reber e violino con Henri Vieuxtemps al Conservatoire di Parigi, prestigiosa istituzione musicale, in cui nel 1887 ottenne una cattedra. La fascinosa produzione orchestrale di questo compositore francese – oggi quasi completamente dimenticato a causa della sua morte prematura – riesce a fare coesistere brillantemente una intensa vena melodica che affonda le sue radici nello stile di Jules Massenet e uno sbrigliato virtuosismo che ricorda da vicino alcune delle opere migliori di Camille Saint-Saëns. Questo splendido disco comprendente tre opere orchestrali non testimonia solo la straordinaria ricchezza del repertorio francese negli ultimi decenni del XIX secolo, ma ci offre anche la possibilità di scoprire il ruolo tutt’altro che trascurabile ricoperto da Godard in questo sviluppo stilistico. La sua ambizione di scrivere lavori sinfonici nella varietà più ampia possibile lo spinse a percorrere un cammino diverso da quello seguito dalla maggior parte dei compositori suoi contemporanei, che contribuì al tempo stesso a ridefinire e a riportare in auge i vecchi stili. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo alcuni compositori come Édouard Lalo, Camille Saint-Saëns, César Franck, Ernest Chausson e Paul Dukas decisero di liberarsi dalla pervasiva influenza dello stile austro-tedesco, adottando soprattutto forme cicliche. Questa vera e propria scelta di campo fu del tutto estranea a Godard, che rimase fedele per tutta la sua carriera alla “musica di sentimento” che negli ultimi anni del XIX secolo era stata adottata da diversi autori della nuova generazione. I suoi Trois Morceaux vennero accolti dal pubblico in maniera estremamente positiva; come si legge nelle cronache dell’epoca, questi lavori ottennero «un’ovazione entusiastica e ben tre chiamate sul palco» e furono definiti senza mezzi termini da un celebre critico dell’epoca «le opere di gran lunga migliori scritte fino a questo momento da Monsieur Godard». I commentatori francesi descrissero poi la Symphonie gothique come «un’opera interessante e molto originale, questo compositore geniale, che nel recente passato ci ha deliziati con una serie di bellissimi lavori per pianoforte e per orchestra, ora ci propone un brano dai toni più seri, caratterizzato da uno stile meravigliosamente nobile e da un’orchestrazione quanto mai efficace».